Maurizio Belpietro, direttore del quotidiano Libero, oggi pubblica una lettera aperta indirizzata al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e al leader leghista Umberto Bossi. Nella lettera aperta, Belpietro critica la super manovra del governo. E fra le altre cose scrive: "Lei, Berlusconi, voleva uno Stato efficiente come Mediaset. Un posto dove chi lavora fa carriera e anche i soldi, e dove soprattutto le decisioni non si prendono in assemblea, fra dibattiti e trattative sindacali. Il suo modello politico era tutto nella sua esperienza e il sogno che prometteva agli italiani era di trasformare l’Italia in una specie di America, dove chiunque è artefice del proprio successo e delle proprie fortune. Lei, Bossi, invece voleva fermare lo scivolamento verso Sud dell’intero Paese. Dopo decenni di discussioni sulla questione meridionale, aveva capito che era giunta l’ora di affrontare quella settentrionale. Mentre c’era chi la prendeva in giro, lei voleva davvero che il Nord non fosse più la mucca alle cui mammelle tutti i governi si attaccavano per finanziare le loro clientele. A chi in provincia di Varese, a Bergamo e nel Veneto la seguiva, lei prometteva meno tasse, meno centralismo, meno Stato".
Ecco, secondo il direttore del quotidiano schierato – di solito – col centrodestra, le ambizioni e i progetti per l’Italia di Berlusconi e Bossi sono rimasti per aria. "Diciassette anni dopo il vostro primo governo, ciò che abbiamo sotto gli occhi non è un’Italia più efficiente e non sono dei contribuenti meno tartassati. La manovra che voi avete appena approvato è l’esatto contrario di ciò in cui avete creduto e di ciò che avete predicato per anni. Invece di ridurre le imposte, ne avete create di nuove. E lo avete fatto nel modo peggiore, infilando le mani in tasca al vostro popolo. A quel popolo di professionisti e di imprenditori che vi ha seguito fino ad oggi".
Così Belpietro invita il governo a tornare sui propri passi: "Credo che i politici siano grandi quando hanno il coraggio di riconoscere i propri errori. Voi siete ancora in grado di rimediare. Basterà correggere in Parlamento la super tassa sui redditi oltre i 90 mila euro sostituendola con un’altra misura, come ad esempio l’eliminazione delle migliaia di distacchi sindacali nel pubblico impiego e dei fondi che ogni anno lo Stato versa a Cgil, Cisl e Uil. Una parte dei vostri partiti è già pronta a farlo: non aspetta che il via. Cancellando la tassa ingiusta, oltre ad accontentare il vostro elettorato scongiurerete il disfacimento del centrodestra". La conclusione? "Fermatevi e tornate quel che eravate. Serve poco. Solo un piccolo ripensamento. Un passo indietro, per farne altri avanti".
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