Quelli del No stanno con Quagliariello, Calderoli, Berlusconi, Grillo, Salvini, Travaglio, D’Alema. Ora si preoccupano degli italiani nel mondo, a parole. Quando si tratta di ciucciare voti. Ma non possiamo dimenticare che tutti costoro in passato, e anche di recente, hanno dimostrato la propria avversione agli #italianiallestero.
Silvio disse che “gli italiani nel mondo non dovrebbero votare, non pagano le tasse in Italia”; Quaglia, tra i “saggi”, avrebbe voluto eliminare la Circoscrizione estero. Lega e M5S hanno presentato proposte di legge per abolire una volta per tutte i rappresentanti degli italiani nel mondo in Parlamento. Ma di che stiamo parlando? Cari connazionali residenti oltre confine, non fatevi fregare dai falsi pentiti. #BastaunSì e passa la paura.
Conosco già la replica: con la riforma vengono aboliti i sei senatori eletti all’estero. Vero. Ma rimangono i 12 deputati alla Camera, quell’unica Camera che avrà concreti poteri e potrà decidere davvero. Sono sempre più convinto che quella dell’abolizione dei senatori sia una manfrina ripetuta ad uso e consumo di chi vuole mantenere in Parlamento sei poltrone in più su cui appoggiare le natiche e guadagnare bene senza molta fatica.
Ce ne sono tanti pronti a candidarsi in Europa, in Nord America, nel mondo intero. Candidantropi che sognano di diventare parlamentari da una vita, non certamente da oggi. Votano No – ma soprattutto fanno votare No – perché se la riforma non passa saranno maggiori, nella loro testa, le possibilità di ottenere un seggio in Parlamento. Ma stanno dalla parte sbagliata.
ItaliaChiamaItalia sta dalla parte giusta. Dalla parte di coloro che vogliono tagliare gli sprechi della politica, vogliono ridurre il numero dei parlamentari e vogliono che siano pagati di meno (nel nuovo Senato i “senatori” saranno 100 e non 315 e non avranno stipendio alcuno). Noi vogliamo eliminare i rimborsi ai consiglieri regionali, vogliamo un Parlamento che non sia schiavo del ping-pong tra Camera e Senato. Come si fa a non votare Sì a una riforma del genere, che propone novità assolute, e tutte positive?
Anche il rapporto tra Stato e Regioni è totalmente da rivedere. Sciagurata la riforma che fu di D’Alema. E’ necessario cambiare. Temi come il turismo, o la politica industriale per esempio, non possono essere gestiti da singole regioni, ci vuole una regia centrale, deve pensarci lo Stato in quanto Nazione Italia.
I sondaggisti hanno sbagliato su Brexit e su Trump. E hanno toppato anche quando il Pd ha ottenuto il 42% alle Europee. Qualcuno pensa che anche sul No al referendum stiano prevedendo la vittoria troppo facilmente. Chissà che non dipenda anche da una lettura amplificata e distorta dei commenti social ormai sovrastimati.
Anche i sondaggisti possono esserne vittime. Vittime di Facebook, ad esempio, sempre più frequentato da chi, lungi dall’informarsi e approfondire, non fa altro che sfogare la propria rabbia contro il mondo sputando veleno su tutto e tutti, con vignette offensive e slogan volgari. Su Facebook poi circolano moltissime notizie spazzatura, informazioni false, che i più ingenui fanno fatica a distinguere dalla realtà. La preghiera da parte nostra è sempre la stessa: ragionate con la vostra testa, informatevi, approfondite.
Votare No per un italiano nel mondo è davvero come decidere di restare in quel limbo di inefficienza che abbiamo potuto sperimentare in questi anni. Ciascuno farà la sua scelta, ma ItaliaChiamaItalia è libera di esprimere la propria opinione, supportata dalla conoscenza diretta delle diatribe parlamentari. Un No farebbe male al mondo dell’emigrazione: una verità che forse non si riesce a cogliere in questo momento di confusione, ma che apparirà più chiara quando il tempo dell’irrazionalità cederà il posto al tempo della riflessione sulle conseguenze del voto.
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