Si parte. Il 4 marzo in Italia ci saranno le elezioni politiche per votare il nuovo Parlamento. Dopo che sono state spese tante parole e illazioni, versati fiumi di inchiostro e accese tante polemiche, alla fine la XVII Legislatura muore di morte naturale, completando i cinque anni previsti dalla Costituzione. (…)
Nella linea di partenza della Ripartizione America Meridionale si conferma la partecipazione certa dei grandi protagonisti delle precedenti tornate elettorali: MAIE e PD, ma anche l’USEI. E poi le novità di questa volta. Una lista civica associativa che ha già confermato la sua partecipazione e le incognite su cosa faranno il centrodestra, i fuoriusciti dei democratici che hanno creato LEU e il Movimento 5 Stelle che in Italia potrebbe arrivare primo.
Un’altra incognita è se in questa zona del mondo si presenterà qualche candidato “romano”. Infatti, come si ricorderà, quasi allo scadere della legislatura, è stata approvata una modifica alla legge Tremaglia con due importanti cambiamenti.
Il primo riguarda l’aumento del periodo in cui un candidato residente all’estero non dev’essere stato al servizio di un governo straniero, a livello nazionale o locale o in organismi di sicurezza o autarchici. Se prima per la Legge Tremaglia bastava un periodo di sei mesi, con la modifica approvata a ottobre quel periodo è stato allungato a cinque anni.
L’altra modifica riguarda il divieto che c’era prima, di candidare nelle liste della Circoscrizione Estero cittadini residenti in Italia. Dopo la modifica della legge, approvata nel mese di ottobre, i residenti in Italia possono candidarsi in una delle quattro ripartizioni in cui è divisa tale circoscrizione. Rimane invece il divieto per i cittadini italiani residenti all’estero, di candidarsi in Italia.
Quindi la grande novità potrebbe essere di trovarci un candidato mandato da un partito italiano, in una o più delle liste che si presenteranno nell’America Meridionale. Un paracadutista peggio di quel senatore Caselli eletto fra le polemiche nel 2008, il quale secondo alcune voci starebbe tentando di preparare una lista.
Qualche giorno fa su Italiachiamaitalia.it si parlava della possibilità che Berlusconi candidasse Toto Cotugno nell’America Settentrionale e Albano nella Ripartizione Europa, ma non si facevano nomi di artisti, famosi o mediatici per l’America Meridionale. Comunque si tratta di illazioni che finora non hanno trovato conferma.
LA STRATEGIA DEL MAIE
Come dicevamo, al via si presentano i grandi protagonisti delle precedenti elezioni, a cominciare dal MAIE e dal Partito Democratico. Per la prima volta il leader del MAIE, Ricardo Merlo, dopo tre esperienze alla Camera, si presenterà al Senato. Una elezione più impegnativa, anche se in precedenza Merlo è sempre stato il candidato alla Camera più votato della Circoscrizione Estero: 43mila preferenze nel 2006, oltre 50mila nel 2008, più di 71mila nel 2013.
Nell’ottica del MAIE e del suo presidente l’elezione al Senato potrebbe acquisire una importanza particolare. Infatti, tutti i sondaggi in Italia danno per certo che nessun partito o coalizione otterrà più del 35% dei voti, insufficienti per avere una maggioranza propria nel Parlamento. Ragion per cui saranno necessari i voti di alleati esterni. In particolare al Senato.
Potrebbe ripetersi infatti la situazione che si verificò dodici anni fa, quando il voto del senatore Luigi Pallaro si dimostrò determinante in molte votazioni, compresa la prima per dare vita al governo dell’Ulivo presieduto da Romano Prodi. Merlo, che non ha mai negato di aver imparato tante lezioni da Luigi Pallaro sull’identità dell’associazionismo, forza portante della comunità italiana in Argentina, è certo che anche questa volta la presenza dei parlamentari dell’associazionismo potrà avere un peso importante.
Oltre alla sua elezione a Palazzo Madama, Merlo spera che gli elettori confermeranno i due posti che il MAIE conquistò nel 2013 alla Camera e che altri candidati del MAIE possano essere eletti in altre ripartizioni, specialmente in quella dell’America Settentrionale e Centrale. E a chi gli dice che gli elettori potrebbero essere stanchi di votare MAIE senza aver raggiunto grandi risultati, risponde che il Movimento è stato coerentemente all’opposizione per opporsi a tutte le leggi che hanno penalizzato gli italiani all’estero (compresa la tassa di 300 euro per ogni cittadinanza e i tagli ai fondi per i consolati, per la cultura, per l’assistenza), mentre ha sostenuto responsabilmente le leggi che sono servite all’Italia per poter riprendersi e ripartire, dopo anni di crisi.
LE INCOGNITE DEL PD
Nel Partito Democratico non guardano con simpatia queste prese di posizione del MAIE e alimentano l’immagine del sostegno al movimento di Merlo come voto inutile.
I parlamentari del Pd eletti all’estero e in particolare il deputato Fabio Porta vogliono attestarsi il merito della ripresa e fondamentalmente degli aumenti approvati nell’ultimo Bilancio e dell’imminente arrivo di fondi ai Consolati, frutto della tassa di 300 euro sulle pratiche di cittadinanza, tassa decisa dal governo Renzi nel 2014. Come a dire, visto che abbiamo sopportato le bastonate per quella tassa e per i tagli, è giusto che ora, quando nei consolati stanno per arrivare i fondi (sono quelli corrispondenti al 30% della tassa riscossa nella seconda metà del 2016) ci diano anche il merito per tali finanziamenti.
In queste ore si decidono a Roma i nomi dei candidati del Pd anche della Ripartizione America Meridionale e tra essi ci saranno sia il senatore Fausto Longo sia lo stesso Porta, cercando entrambi di essere riconfermati. Per Porta sarà la quarta elezione essendo stato eletto per la prima volta nel 2008 e rieletto nel 2013. Per quanto riguarda l’Argentina, potrebbe esserci la sorpresa di un candidato esterno, il cantante Piero (Piero De Benedictis), pugliese di nascita, vincitore più volte del Premio Grammy, molto famoso in tutta l’America latina e in particolare nei paesi dell’arco andino. Tra l’altro ha fatto parte della Commissione di Pace che in Colombia ha sostenuto il processo che ha portato alla fine della guerra tra lo Stato e le FARC.
Nel Pd si registrano all’estero, anche in questa parte del mondo, le conseguenze della diaspora provocata da Massimo D’Alema, Pierluigi Bersani e altri esponenti dei Dem che, non riuscendo a battere Matteo Renzi all’interno del partito, gli hanno fatto la guerra per provocare un’emorragia di dirigenti che si verifica anche fuori d’Italia.
Nella Penisola hanno dato vita a Liberi e Uguali (LEU), alla quale ha aderito anche il presidente del Senato Pietro Grasso. Potrebbe darsi che LEU presenti una lista nell’America Meridionale. In questi giorni si trova a Buenos Aires Claudio Bernabucci, responsabile per le politiche dirette agli italiani all’estero del nuovo partito, per una serie di incontri preparati dai responsabili della sigla in Argentina, Maria Rosa Arona e Alfredo Llana.
ROTUNDO, SANGREGORIO E GLI ALTRI
Anche un dirigente storico del Partito democratico, Francesco Rotundo, per molti anni segretario del Pd in Argentina, ha deciso di candidarsi fuori dalle liste del suo ormai ex partito. Lo storico presidente del Comites di Morón sarà il primo candidato alla Camera di una lista civica e associativa nella quale ci sarebbero inoltre Antonio Morello, consigliere del Comites di Buenos Aires e Leonardo Schifani, agente consolare onorario d’Italia in Zarate che, come previsto dalle norme, ha chiesto di essere sospeso dal suo incarico per poter partecipare alle elezioni.
Per Rotundo sarebbe la quarta esperienza elettorale per la Camera. Ha sempre vinto per il Comites e ora cercherà il successo che gli consenta di arrivare a Roma.
Stesso discorso per Eugenio Sangregorio, leader dell’Unione Sudamericana Emigrati Italiani (USEI), partito da lui creato nel 2006 per le prime elezioni politiche alle quali hanno partecipato gli italiani all’estero. Quella prima esperienza non fu eccelsa per Sangregorio, che arrivò sesto tra otto liste, con poco più di 14mila voti e seimila preferenze per lui.
Nelle chiacchierate elezioni del 2008 in alleanza con l’Udc e proponendo Claudio Zin al Senato arrivò quarto, ma i voti per la sua lista furono 46mila in tutta l’America Meridionale e 26mila furono le preferenze per lui. Nel 2013 il terzo tentativo e il suo partito finalmente conquistò un seggio alla Camera, ma non fu per lui, che aveva avuto 11mila preferenze, ma per Renata Bueno, che ne conquistò 18mila.
La Bueno ha avuto un atteggiamento ondivago alla Camera e Sangregorio l’appoggiò quasi fino alla fine della legislatura, benché fosse passata da un gruppo all’altro per finire sostenendo il governo, anche nelle criticate decisioni che portarono al taglio di fondi per gli italiani all’estero e alla tassa sulle pratiche per la cittadinanza. Protestò invece quando per la riforma della legge Tremaglia in un primo momento avevano proposto un periodo di dieci anni senza incarichi ufficiali nel paese di residenza.
Alla fine gli anni richiesti sono cinque e la Bueno potrà candidarsi un’altra volta, perché il suo incarico in una legislatura locale in Brasile si concluse sette anni fa. Da quel che si sa però, non sarà candidata nella lista dell’Usei. Si dice che le liste che si presenteranno nella ripartizione America Meridionale saranno nove e abbiamo parlato di quattro sicure, ma fra pochi giorni dovranno raccogliere le firme dei presentatori e allora si vedrà quante effettivamente saranno in condizioni di partecipare.