Errori di interpunzione, scarsa conoscenza del significato delle parole, ignoranza degli argomenti affrontati: il quadro sulle competenze nella lingua madre che emerge dall’ultimo Rapporto dell’Invalsi sugli esami di maturita’ degli studenti italiani sembra avvalorare le parole del ministro del Lavoro, Elsa Fornero, sul fatto che i giovani "sanno troppo poco" e non conoscono nemmeno l’italiano. Una opinione che non e’ pero’ condivisa dai presidi e viene criticata anche dagli organismi rappresentativi degli studenti.
"I nostri giovani sanno troppo poco. Non conoscono le lingue, l’italiano compreso e neanche i rudimenti della matematica. Non sanno fare di conto" ha affermato il ministro intervenendo a un convegno sull’apprendistato a Torino. E l’analisi dell’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione (Invalsi) sui temi dell’anno scolastico 2009/2010 da’ ragione a questo giudizio.
Gli esperti dell’Invalsi hanno valutato 499 elaborati, un campione rappresentativo del mezzo milione di studenti diplomati in Italia nell’estate 2010. Per farlo hanno usato una scheda di valutazione elaborata in base alle indicazioni dell’Accademia della Crusca. Quattro le aree considerate: testuale, grammaticale, lessicale-semantica e ideativa, e 34 gli "indicatori": dall’uso appropriato dei termini a quello di verbi e punteggiatura. E il risultato è stato negativo, soprattutto per quanto riguarda la scarsa conoscenza del significato delle parole utilizzate e l’ignoranza degli argomenti affrontati. Ecco alcune "perle": "Leopardi è un poeta del primo Settecento"; "lanciarsi da un aerio"; "se gli Ufo non esistessero i nostri studi su di essi sarebbero vaghi".
Dalla lettura dei risultati è emerso che solo uno studente su cinque è in grado di scrivere un testo in cui non ci sia nemmeno un errore di punteggiatura; nell’"Uso consapevole della punteggiatura in relazione al tipo di testo" la percentuale di errori sfiora addirittura l’80%. Non va meglio per l’uso di apostrofo e accento: nei due casi la percentuale di errore si aggira intorno al 20%. Altra area di "sofferenza" è la competenza ideativa, e in particolare la "presenza di affermazioni a vario titolo imprecise, che tradiscono una preparazione lacunosa o affrettata ovvero indulgente supinamente ai luoghi comuni", nonche’ la "presenza di affermazioni estemporanee o non meditate, che rivelano scarso approfondimento di un argomento e talvolta scarsa disciplina mentale". In entrambi i casi la quota di errori supera l’80%.
"Il ministro Fornero scopre l’acqua calda – commenta Michele Orezzi, coordinatore nazionale dell’Unione degli Universitari – da anni continuiamo a denunciare le problematiche di scuole e università, e il Governo ora è costretto ad ammettere una realtà che tutti gli studenti italiani vivono in prima persona e conoscono da tempo". Per Virgilio Falco, portavoce dei giovani dell’Udc, le parole del ministro "potranno far pur male, ma hanno un fondo di ragione: gli studenti italiani hanno problemi con le lingue e con le materie tecniche" ma le colpe non sono solo dei ragazzi ma soprattutto del blocco degli investimenti e della mancanza di aggiornamento dei docenti.
Di parere diverso i presidi, che criticano le "valutazioni generalistiche" del ministro. "Credo che da chi ha responsabilità di Governo ci si debba attendere politiche da una parte e strumenti dall’altra per migliorare lo stato delle cose" commenta Giorgio Rembado, presidente dell’Associazione nazionale presidi, che punta il dito sulle enormi differenze, nel sistema scolastico, tra le aree geografiche e tra le diverse tipologia di scuola superiore.
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