Antonio Tajani, ministro degli Esteri, durante l’audizione davanti alle commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato, ha spiegato che nella Striscia di Gaza “la situazione rimane estremamente critica; resta naturalmente l’obiettivo di garantire un immediato cessate il fuoco a Gaza, per consentire il rilascio degli ostaggi e alleviare la grave crisi umanitaria”.
Riguardo alla mediazione condotta da Stati Uniti, Qatar ed Egitto per raggiungere il cessate il fuoco, Tajani ha affermato: “Come mi ha più volte riferito il segretario di Stato Antony Blinken nei nostri recenti incontri a New York, 15 dei 18 paragrafi della bozza di accordo tra Israele ed Hamas sono stati già concordati tra le parti. Rimangono, tuttavia, irrisolte tre questioni fondamentali: il rilascio degli ostaggi, la gestione del valico di Rafah e, soprattutto, la presenza delle forze armate israeliane nel Corridoio Filadelfia”.
Il titolare della Farnesina ha puntualizzato che il governo “continua a lavorare per tenere vivo il negoziato e sosteniamo, anche come Presidenza del G7 e in seno al Quintetto, gli sforzi di mediazione che gli Stati Uniti stanno compiendo insieme all’Egitto e al Qatar”.
“Assolutamente no”. Così il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha risposto in conferenza stampa a Palazzo Chigi alla domanda se
L’Italia sta valutando l’ipotesi di ritirare il suo contingente da Unifil alla luce degli sviluppi in Libano? “No, assolutamente”, ha risposto Tajani in conferenza stampa.
“Noi abbiamo valutato tutte le possibilità perché non sappiamo come evolve la situazione, ma non c’è nessuna decisione del governo italiano di ritirare il contingente italiano da Unifil. Anzi, ieri sera durante la riunione del governo è stato chiesto di ampliare i compiti di Unifil”.