Strapazzata la Roma in contropiede a Bergamo (4-1) e frenata clamorosa della squadra giallorossa nella corsa al terzo posto. Gol di Marilungo (10’) dopo avere colpito anche un palo e tripletta di Denis (20’, 47’, 66’). Per gli ospiti rete di Bonini (35’). Priva di Totti (squalificato) e senza De Rossi e Kjaer (in tribuna per motivi disciplinari), la formazione di Luis Enrique si è offerta ripetutamente al contropiede bergamasco. Ha giocato gli ultimi 35’ in dieci per l’espulsione di Osvaldo (calcione a Cigarini; l’atalantino solo ammonito per il fallo di reazione). Espulso anche Cassetti all’85’. Ridimensionata pesantemente, la Roma è alla nona sconfitta (sette fuori casa). Tre tonfi nel girone di ritorno in sette partite, squadra più battuta dopo l’Inter e peggiore difesa in trasferta fra le cinque squadre alle spalle della coppia di testa.
L’Atalanta è in serie positiva da quattro turni (8 punti), ben al di sopra della zona-retrocessione (+ 7 sul Lecce) nonostante i 6 punti di penalizzazione.
STILE JUVE – “Non è che guardavo la palla e la linea, guardavo Muntari, e comunque, se me ne fossi accorto, non è che avrei aiutato l’arbitro”. E’ il nuovo stile Juve nelle parole di Buffon sul gol del Milan non visto da Tagliavento e soprattutto dal guardalinee Romagnoli ben posizionato sulla bandierina del calcio d’angolo, perfettamente in asse con la linea della porta juventina. E’ il nuovo corso bianconero in linea con lo stile Conte, un tecnico perennemente esagitato, un autentico invasato a bordo campo. Conte fa anche peggio quando sostiene che l’arbitro ha commesso due errori uguali annullando poi una rete di Matri. Ma c’è una bella differenza fra il gol non dato a Muntari, che avrebbe portato il Milan sul 2-0, orientando diversamente la partita nove minuti dopo il vantaggio di Nocerino, e la rete annullata a Matri (79’ fuorigioco inesistente). La Juventus che urlava di rabbia perché gli arbitri non le prestavano molta attenzione è stata servita. La “disattenzione” riservata al Milan nel bigmatch di San Siro l’avrà soddisfatta. La classifica è falsata a prescindere da come si concluderà il campionato (Juve avvantaggiata dagli scontri diretti col Milan). La furbata di Buffon che rimette sveltamente la palla in gioco dopo averla parata oltre la linea di porta di almeno venti centimetri getta un’ombra pesante sulla corsa-scudetto e sulla lealtà di un giocatore che, in passato, ha sempre sostenuto di dire la verità. A meno che non si voglia applaudirlo quando afferma che non avrebbe aiutato l’arbitro a rimediare l’errore del guardalinee. In questo senso ha detto proprio la verità. E meno male che Tagliavento è considerato fra i migliori arbitri in circolazione, mentre si ripropongono le richieste di un arbitro di porta e di sostegni tecnologici per i gol-fantasma, dal chip dentro il pallone ai sensori fra i due pali della porta. E’ possibile che la Juventus, sotto di due gol, avrebbe potuto raggiungere un risultato positivo grazie alla sua forza fisica, alla determinazione, all’elevato spirito di squadra, al calo atletico del Milan nel secondo tempo. Non c’è controprova. Ma un conto è rimontare un gol, un altro conto è doverne rimontare due.
FORMAZIONE SBAGLIATA – La rabbia di Conte si spiega col fatto che il tecnico ha mandato in campo una formazione sbagliata, corretta poi con gli ingressi di Pepe e di Matri, due esclusioni iniziali che hanno fortemente condizionato la Juve per un’ora di gioco. La clamorosa svista arbitrale ha “mascherato” l’errore di Conte salvando la Juve da un doppio svantaggio. Guarda caso, i bianconeri hanno poi acciuffato il pareggio proprio su un traversone di Pepe e una mezza acrobazia di Matri sotto porta. E’ stata una partita a due facce (1-1). Primo tempo dominato dal Milan e gol di Nocerino (15’). Secondo tempo di marca juventina a pareggio di Matri (83’). Al Milan mancavano Ibrahimovic (terza giornata di squalifica), Boateng, Seedorf, Nesta. La Juve ha giocato al gran completo con una panchina di tutto rilievo. Per un’ora di gioco è stata sorpresa dalla veemenza del Milan che le rubava le sue stesse armi: aggressività, pressing alto, velocità, fisicità. Ma ha avuto la forza di resistere sul minimo svantaggio e di recuperare. La Juventus resta imbattuta, regina dei pareggi (11). Il Milan si è fermato dopo due vittorie consecutive in trasferta. Il responso per la testa della classifica è rinviato al recupero della Juventus sul campo del Bologna (7 marzo). Per ora, bianconeri dietro al Milan di un punto.
RETROCESSIONE – Il Cesena, battuto a Verona dal Chievo (1-0: Moscardelli 78’), e il Novara, piegato nettamente a Catania (3-1: Bergessio 30’, Marchese 48’, Gomez 55’, Rubino 65’), sembrano destinati a retrocedere, ultimo e penultimo con un distacco di 10 punti (il Novara) e di 11 (il Cesena) dal quartultimo postosalvezza. Il cambio di panchina (Beretta per Arrigoni) non ha cambiato le sorti del Cesena alla terza sconfitta consecutiva, sedicesima in totale, squadra più battuta della serie A. A Verona erano di fronte i due peggiori attacchi del campionato. C’è scappato appena il gol di Moscardelli. Il Novara, seconda peggiore difesa del campionato, ha tradito le speranze di Mondonico da cinque partite sulla panchina piemontese (sostituendo Tesser). Cinque punti in cinque gare. Salvezza proibitiva. Il Lecce invece ci spera. Terzultimo, è a soli 3 punti dal Siena quartultimo. Seconda vittoria consecutiva dei pugliesi che passano a Cagliari (2-1: Muriel 44’, Larrivey su rigore 49’, Bertolacci 61’). Con Cosmi in panchina 16 punti in dodici partite, solo quattro sconfitte.
PALERMO DISASTRO – Ancora battuto fuori casa dove non ha mai vinto (solo 4 pareggi), il Palermo naufraga anche a Siena pur andando in vantaggio (4-1: Budan 12’, Terzi su rigore 22’, Bogdani 33’, Rossettini 48’, Brienza 59’). La squadra siciliana ha giocato tutta la partita in dieci per la fulminea espulsione di Balzaretti per fallo da ultimo uomo. Undicesima sconfitta, 9 in trasferta.
COLABRODO GENOA – Il Genoa, tre sconfitte nelle ultime tre partite, a secco di gol nelle ultime due, riesce a rimontare il Parma a Marassi (2- 2: Gobbi 6’, Floccari 53’, Palacio 78’ e 95’). Il primo gol di Palacio è giunto sulla ribattuta del portiere Mirante che gli respingeva il calcio di rigore. Il Genoa continua a deludere: un punto nelle ultime quattro partite e peggiore difesa del campionato (46 gol).
SERIE A – 25^ GIORNATA Genoa-Parma 2-2, Milan-Juventus 1-1, Chievo-Cesena 1-0, Cagliari-Lecce 1-2, Catania- Novara 3-1, Siena-Palermo 4-1, Atalanta-Roma 4- 1, Bologna-Udinese (1-2),
Lazio-Fiorentina (1-0), Napoli- Inter (1-0).
RECUPERI. Mercoledì 7 marzo: Bologna- Juventus, Cesena-Catania, Parma-Fiorentina.
CLASSIFICA: Milan 51; Juventus 50; Udinese e Lazio 45; Napoli 40; Roma 38; Inter 36; Palermo 34; Catania e Chievo 33; Cagliari, Genoa, Atalanta 31; Parma 29; Fiorentina e Bologna 28; Siena
27; Lecce 24; Novara 17; Cesena 16.
PROSSIMO TURNO. Sabato 3 marzo: Palermo-Milan (ore 18), Juventus-Chievo (20,45). Domenica 4: Parma-Napoli (12,30), Bologna-Novara, Fiorentina- Cesena, Lecce-Genoa, Roma-Lazio, Siena-Cagliari, Udinese-Atalanta, Inter-Catania (20,45).
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