In vista delle elezioni siciliane del 5 novembre vi consiglio la lettura di un godibilissimo libretto di Pietrangelo Buttafuoco (“Strabuttanissima Sicilia, quale altra rovina dopo Crocetta?”) in cui il brillante autore catanese esamina con lucidità ed ironia la situazione siciliana.
Un testo scanzonato e divertente ma anche profondamente vero, che in fondo sconsiglia all’aspirante governatore Nello Musumeci di vincere le prossime elezioni regionali stante l’impossibilità di governare una situazione da manicomio.
Nello Musumeci (che è un mio carissimo amico personale e che credo sia persona molto seria) dovrebbe infatti vincere – stando ai sondaggi – alla guida di una coalizione di centro-destra e si ritroverebbe a governare una regione con otto miliardi di debiti, beni pignorati, un numero imprecisato di dipendenti, province regionali prima esistenti poi soppresse e poi ricostituite in un groviglio di competenze e contraddittorie sentenze del TAR e, dulcis in fundo, 28.000 lavoratori forestali spesso nullafacenti e che anzi sembrano avere responsabilità dirette nell’appiccare gli incendi che anche quest’anno hanno flagellato la regione.
Leggo che nel solo paese di Pioppo (PA) ci sono 383 lavoratori forestali su 2.000 abitanti e ben 437 a Solarino (Siracusa) dove però gli abitanti sono 8.000 quando – a titolo di paragone – nell’intero Piemonte i lavoratori forestali sono in tutto 406.
Vale quindi la pena di prendersi tutta questa responsabilità? Vedremo forse Musumeci all’opera, anche se la proposta di Buttafuoco – per nulla peregrina – è di decidere di operare come la città di Detroit, negli USA, ovvero dichiarare ufficialmente fallimento e poi ripartire da zero ma senza più obblighi contrattuali e pendenze.
Musumeci può farcela perché il centro-destra è unito (almeno sulla carta) anche se non sono mancate le motivate proteste interne per alcuni candidati in odore di contiguità mafiosa proposti per Forza Italia dal vicerè siciliano di Berlusconi, il coordinatore di FI ed ex ministro Miccichè.
Inoltre la coalizione ha attratto (ma ci guadagnerà?) vistose frange di centro che hanno fiutato l’aria e prontamente lasciato il PD.
Per non sbagliare, però, il “centro” per l’occasione si è comunque scisso in numerosi gruppi e gruppetti e pensate che mentre Alfano appoggia il candidato ufficiale del PD alcuni suoi diretti luogotenenti sono con Musumeci, ma senza reciproche scomuniche: qualcuno di loro vincerà di sicuro e gli altri “traghetteranno”.
Un ragionamento serio andrebbe comunque finalmente fatto – e questo a livello nazionale – sulle conseguenze della “autonomia” siciliana che si è tramutata in una incredibile voragine finanziaria dove tutti hanno responsabilità (ma proprio per questo alla fine nessuno è mai colpevole) ed a cui si è aggiunto l’ultimo strampalato e caotico quinquennio del governatore Crocetta.
“Una macchietta impazzita” sostiene Buttafuoco, riportando tutta una serie di incredibili esempi di malagestione conditi con atteggiamenti surreali che solo in terra siciliana possono essere possibili dopo un valzer di 41 (quarantuno!) assessori cambiati in pochi anni, oltre all’arresto del suo medico personale da lui direttamente promosso ad assessore alla sanità. Cose di sui si parla poco augurandomi (ma ne ho qualche perplessità) che il centro-destra sia davvero in grado e voglia dare una effettiva sterzata a una situazione perlomeno catastrofica.
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