La prima domenica del mese ad ingresso libero per i Musei Statali, inaugurata dall’ex Ministro Dario Franceschini nel 2014, dopo l’estate sarà abolita stando a ciò che è stato dichiarato in questi giorni dal Ministro in carica Alberto Benisoli. Proprio quest’ultimo difatti ha pubblicamente dichiarato come “l’esperienza delle domeniche gratis va superata” e ancora “È stata una grande bella cosa all’inizio, tante persone sono andate nei musei ma adesso ci sono altre opportunità per fare di più e meglio. Differenziare per giorni della settimana e per stagioni, magari per tipologia e fascia di orari, adattando le varie specificità. Perché Milano non è Pompei.”
Non sono mancate le reazioni, oltre che da parte del mondo della politica, anche da quello della cultura, che puntuali sono giunte a mezzo giornali e web, aprendo veri e propri dibattiti sui social network. Tra le diverse risposte quella del critico d’arte Daniele Radini Tedeschi, con una solida esperienza negli anni come curatore alla Biennale di Venezia per alcune Nazioni estere, il quale ha chiosato sulla sua pagina Facebook come la domenica gratuita non vada abolita poiché “la dignità di un Paese è anche consentire ai suoi cittadini di visitare gratuitamente i musei, almeno una volta al mese”.
In pochissimi minuti migliaia di like e commenti a sostegno del pensiero dell’intellettuale. Quest’ultimo ha poi chiarito: “Il mio non è un discorso influenzato da un colore politico, credo semplicemente che l’idea del Ministro di conferire piena libertà e autonomia ai Musei nello stabilire il giorno gratuito per ogni realtà culturale con una azione differenziata non crei quella situazione favorevole per stimolare la partecipazione del pubblico. Si configura in tal modo un grave problema di comunicazione, la eterogeneità di programmazione non supportata da una adeguata campagna pubblicitaria non solo genera il rischio di avere pochissimi fruitori ma va anche a grave discapito delle realtà culturali minori. È impossibile pensare a una comune strategia in tal senso che abbracci ogni ente”.
La soluzione secondo il critico d’arte, che ha maturato esperienza in diverse padiglioni stranieri della Biennale di Venezia, è quella di guardare proprio gli esempi che l’estero offre: “Per evitare il pericolo di sovraffollamento in quell’unico giorno di accesso gratuito, evidenziato dal Ministro Bonisoli, e di conseguenza per valorizzare adeguatamente le opere d’arte conservate in loco si potrebbe andare maggiormente incontro ai cittadini prevedendo tutti i giorni una entrata gratis a favore di alcune categorie sociali come i disoccupati, le famiglie con reddito insufficiente. Occorre guardare gli esempi che l’estero offre si pensi a tutti quei Musei in qui l’ingresso è libero come la National Gallery di Londra, la Modern Tate Gallery, il British Museum”.
A settembre comunque si saprà l’esito di queste decisioni ed eventualmente si valuteranno meglio le riforme in campo di gestione e valorizzazione dei Beni Culturali. (Laura Ferretti)