Stefania Craxi, senatrice di Forza Italia, parla a Radio Cusano Campus del contratto di governo M5S-Lega: “Non mi piace l’idea di un contratto dal notaio, perché in una Repubblica parlamentare l’unico notaio è il Parlamento che liberamente decide se dare la fiducia a un governo o a un programma. Non mi piace il fatto che ci sia un contratto fissato in punti, perché io sono di cultura riformista e una politica seria ha il dovere di guardare alla società che cambia e che cresce e di non fare dei provvedimenti, delle leggi, dei totem inamovibili, perché la realtà si modifica sotto gli occhi e quindi bisogna avere delle linee di principio con cui osservare la realtà e le esigenze dei cittadini che possono cambiare nel corso del tempo”.
“Vedo in questo contratto addirittura dei tratti eversivi che mi preoccupano. Ad esempio vedo delle liste di proscrizione. Io non sono iscritta a nessuna massoneria, ma la nostra Costituzione dice che c’è libertà di associazione in Italia, la massoneria è un’associazione libera e trasparente, quindi che nessun massone possa partecipare alla vita democratica di un Paese la trovo una norma eversiva. Poi leggo un disprezzo della politica e delle istituzioni, una cultura fatta di moralismo militante e giacobinismo che non mi piace. Questo mi fa dire che l’opposizione a questo governo va fatta senza se e senza ma. Poi naturalmente Forza Italia ha sempre assunto come principio dominante l’interesse del Paese, quindi se ci sarà un provvedimento che va nell’interesse del Paese nulla esclude che sarà votato”.
Su Salvini: “Sta alla Lega dimostrare che non ha rotto l’alleanza di Centrodestra. Io sto vedendo un sacco di contraddizioni su questo punto, perché il programma non è quello che abbiamo redatto insieme, parlano di governo politico quindi o c’è un’alleanza politica col M5S o col Centrodestra. C’è una cosa che mi dispiace, perché la Lega in questi anni rispetto ad alcune posizioni giustizialiste, quelle del cappio, aveva fatto un’evoluzione positiva, invece vedo che su tutti questi temi giustizialisti sta facendo culturalmente dei passi indietro. C’è il rischio che questo possa separare definitivamente le strade, se si dovesse creare una frattura di tipo culturale e politico”.
Sulla riabilitazione di Berlusconi: “Berlusconi non aveva bisogno di alcuna riabilitazione perché in politica si è leader e non lo decretano i magistrati. Tecnicamente la riabilitazione apre altri scenari, ma io sono anche convinta che prima o poi ci sarà qualche iniziativa di qualche pezzo della Magistratura che vanificherà questa sentenza”.