"Negli ultimi giorni si è alimentata una campagna di insinuazioni e sospetti nei confronti del Presidente della Repubblica e dei suoi collaboratori, una campagna costruita sul nulla". A L’Aquila per la cerimonia per il 238° anniversario della Guardia di Finanza, il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha risposto così ad una domanda sulle persistenti polemiche circa i presunti interventi del Quirinale nelle inchieste giudiziarie sulla trattativa Stato-mafia che si sarebbe verificata nei primi anni 90, che avrebbe portato alle stragi di Capaci e via D’Amelio.
"Si sono riempite pagine di alcuni quotidiani – ha continuato il Capo dello Stato – con le conversazioni telefoniche intercettate in ordine alle indagini giudiziarie in corso sugli anni delle più sanguinose stragi di mafia, 1992-1993, e se ne sono date interpretazioni arbitrarie e tendenziose, talvolta persino versioni manipolate. Ma tutti coloro che sono intervenuti, e stanno intervenendo avendo seria conoscenza del diritto e delle leggi e dando una lettura obiettiva dei fatti, hanno ribadito la assoluta correttezza del comportamento della Presidenza della Repubblica ispirata soltanto a favorire la causa dell’accertamento della verità anche su quegli anni".
"Io – ha aggiunto – ho reagito con serenità e con massima trasparenza, disponendo anche che fosse reso noto il testo di una lettera riservata al Procuratore Generale della Corte di Cassazione. E continuerò – perché è mio dovere ed è mia prerogativa – ad operare affinché vada avanti nel modo più corretto e più efficace, anche attraverso i necessari coordinamenti, l’azione della magistratura. I cittadini possono essere tranquilli che io terrò fede ai miei doveri costituzionali".
Al Presidente è stato chiesto anche se ritiene necessaria una legge che regoli la materia delle intercettazioni. "Questa – ha risposto il Capo dello Stato – è una scelta che spetta al Parlamento ed è per la verità una scelta da molto tempo all’attenzione del Parlamento. Se da tanto tempo è all’attenzione del Parlamento vuol dire che si tratta di una questione che meritava già da tempo di essere affrontata e risolta sulla base di una intesa la più larga possibile".
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