Dino Giarrusso, europarlamentare del M5S, è intervenuto su Radio Cusano Campus e sull’assemblea degli Stati generali del M5S ha detto: “E’ stata un’importantissima esperienza partita dal basso. Quei 30 interventi sono stati soltanto la chiusura finale in diretta streaming di un lavoro lunghissimo che è iniziato a febbraio quando abbiamo fatto la prima riunione, poi è scoppiata la pandemia. Abbiamo ricominciato a lavorarci a fine estate e poi abbiamo deciso di farli a distanza. Il Movimento è partito senza struttura, con delle caratteristiche particolari che hanno anche permesso al M5S di spiccare il volo, ma oggi quando sei al governo non puoi più permetterti di non avere struttura, quello che è stato un punto di forza, ora è diventato un punto di debolezza. Questo non vuol dire che i valori originari debbano cambiare, ma bisogna affrontare questa nuova realtà dandosi gli strumenti. Anche perché le forze che vorrebbero veder spazzato via il Movimento hanno preso le contromisure, parlo non soltanto di partiti politici ma anche di tutto un sistema mediatico e di poteri industriali. Con Rousseau abbiamo spiegato che la rete poteva essere importantissima per la partecipazione, ma ora in molti ci dicono: abbiamo bisogno di incontrarci. Quindi aprire le sedi sul territorio non deve essere un tabù”.
Secondo Sassoli andrebbero cancellati i debiti contratti dagli Stati per il covid e il Mes va cambiato. “Sono riflessioni molto interessanti. Personalmente ho un ottimo rapporto con Sassoli, che sta interpretando benissimo il suo ruolo da presidente dell’Europarlamento, anche se devo dire ero scettico all’inizio. Sono mesi che continuo a spiegare perché non è conveniente il Mes. Il Mes non l’ha voluto nessuno, perché dovremmo farci del male noi con uno strumento che è pericoloso. Una persona responsabile come Sassoli ha detto giustamente che così non si può prendere. Ha ragione anche sulla cancellazione dei debiti. Noi abbiamo una situazione economica che si ritrova normalmente dopo conflitti che interessano tutti i Paesi. La condizione dell’Europa è per certi versi peggiore di un post-conflitto. La strada indicata da Sassoli è secondo me corretta e ha fatto benissimo a mettere sul tavolo quell’ipotesi”.