Antonio Di Pietro, intervenuto a Radio Cusano Campus, ha parlato della proposta di Salvini sulle cartelle di Equitalia: “Questa è una di quelle che che da cittadino e da contribuente non posso accettare. E’ un assurdo che ogni volta che arriva un nuovo governo fa un condono fiscale chiamandolo con un nome diverso. Si chiama truffa, raggiro. Voglio proprio vedere come il Movimento Cinque Stelle, dopo aver tanto combattuto l’evasione fiscale, accetterà questo compromesso per trovare quattro soldi. Sarà uno snodo cruciale di questa legislatura capire come sarà combattuta l’evasione fiscale. In modo serio o in modo fittizio. Non possono rimetterci sempre gli onesti che pagano le tasse”.
Sulla vicenda legata a Lanzalone, Parnasi e allo stadio di Roma: “Distinguiamo l’aspetto penale dalla responsabilità etica e politica. Sul piano penale a me pare che ci sia molto poco al di là di qualche fatto specifico. Non siamo davanti a una nuova mani pulite. Questo sul piano processuale. Prima di esprimere un giudizio di sostenibilità di queste accuse vorrei leggerle, anche perché la corruzione è come il matrimonio, ci vuole un beneficio, non semplici promesse, e serve anche l’atto contrario agli obblighi di ufficio. Sul piano processuale vedo poche cose.
Sul piano politico, invece, vedo un mare di quaquaraqua, che per scimmiottare quel che era la tangentopoli di una volta, fatta con professionalità criminale, vanno a raccogliere gli spiccioli per strada. Questo dimostra lo scadimento etico-morale. Però attenzione a criminalizzare prima del tempo. Sul piano investigativo c’è una forte evoluzione. Ai nostri tempi il ruolo del pm e della polizia era il ruolo del becchino, prima ci scappava il morto e poi si capiva chi l’aveva ammazzato. Ora molte inchieste sono preventive, ma vanno alla ricerca del morto, vedono se c’è o meno il morto. Questo è giusto, ma non deve recare pregiudizi nei confronti di persone che magari sono innocenti”.
Sui donatori dell’associazione Rousseau protetti dall’anonimato: “E’ una presa per i fondelli. Non c’è trasparenza. Servono nomi e cognomi, non bastano le sigle”.
Su Salvini e i rom: “Detto in quel modo, dà l’idea di una schedatura di tipo fascista. La denuncia di Speranza, però, non ha senso. E’ un modo per far perdere tempo all’autorità giudiziaria. Va denunciato, per così dire, in parlamento. Salvini comunque si rivolge alla pancia degli italiani, che in questo momento hanno una grande responsabilità. Serve meno pancia e più testa. Così nascono i regimi, nessun regime è nato con atti militari, il popolo deve stare attento. Rifletta. La smetta di ragionare con la pancia, ragioni con la testa”.