Maurizio Sacconi, Presidente della Commissione lavoro al Senato per Ncd e Ap, è intervenuto ai microfoni di Radio Cusano Campus. Riguardo la possibile presenza di candidati Ncd alle primarie del Pd: “Ci ha offeso la supposizione che noi potessimo partecipare alle primarie del Pd – ha affermato Sacconi -. Non so come sia venuta fuori. Noi, dopo la scelta repubblicana che abbiamo compiuto salvando la continuità dell’azione legislativa del Governo, sappiamo che dobbiamo continuare da soli, pensando ad un percorso solitario nell’area di centro, che si ispira ai principi cristiani della vita e della famiglia, che a livello economico vuole difendere la proprietà e il risparmio e che ha il dovere primario di garantire la sicurezza dei cittadini”.
Sostegno a Marchini a Roma. “Vogliamo appoggiare solo candidati moderati, tendenzialmente civici, che emergono nella crisi dell’identità delle grandi aree politiche. Ad esempio a Roma siamo con Marchini”.
Serve un centro con un pensiero forte. “Noi del centro dobbiamo esprimere un pensiero forte e dimostrare di uniformare i nostri comportamenti a quel pensiero forte. Lo stiamo facendo, ad esempio opponendoci alle leggi che tentano di sovvertire l’antropologia, che considero pericolose perché minano l’identità della nazionale. Stiamo dando il nostro contributo anche riguardo le manovre economiche, che fortunatamente stanno cercando di tutelare un po’ di più la proprietà e il risparmio”.
Il partito della Nazione. “Non esiste il progetto di partito della Nazione così come era stato giornalisticamente attribuito a Renzi. Renzi ha fatto aderire il Pd al Partito Socialista Europeo, quindi è il leader della sinistra italiana, con la quale il concetto di Nazione non va molto a braccetto. Penso che questo termine più si addica ad un’area politica moderata dal pensiero forte, come la nostra. Essere partito della Nazione significa ribadire la nostre tradizioni, la nostra cultura, i nostri valori”.
Jobs Act. “Se l’ho scritto io? Diciamo che c’è stata una convergenza di riformisti sulla base di valutazioni pragmatiche e abbiamo fatto una buona legge che adesso però dobbiamo implementare e accompagnare con un’evoluzione delle relazioni industriali, perché il mondo del lavoro sta cambiando con l’ingresso delle tecnologie. Dobbiamo prendere la strada della prossimità, dove l’imprenditore e il lavoratore si guardano negli occhi e cercano di condividere fatiche e risultati”.
Legge di stabilità. “Abbiamo una crescita ancora timida e instabile sia dell’economia che del mercato del lavoro. Dobbiamo creare le condizioni perché questa crescita si consolidi e assuma una dimensione più percepibile da parte della società. Dobbiamo stare sulle linee guida del diritto europeo, senza aggiungere norme che possono essere penalizzanti per le imprese. Brunetta critica la legge di stabilità? Renato è un amico e con lui abbiamo sempre condiviso la necessità che il debito dovesse rimanere sotto controllo. Questa finanziaria è fatta per crescere. Gran parte di questa manovra l’avremmo scritta allo stesso modo io, Brunetta e Tremonti in un governo di centrodestra. A votare i provvedimenti di questo governo ha più problemi Roberto Speranza che noi”.
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