In questi giorni i politici eletti per fare gli interessi degli italiani all’estero sono tutti impegnati, senza distinzione di casacca, nell’attribuirsi il merito (?) per i fondi raccolti tra le stanze del Parlamento a favore degli italiani nel mondo, 4.9 milioni di euro, evidentemente considerata una cifra congrua. "Un primo importante passo è stato fatto”, scrivono in un comunicato Claudio Micheloni, Renato Turano e Francesco Giacobbe (PD), Aldo Di Biagio (AP) e Fausto Longo (PSI), senatori di maggioranza eletti all’estero e primi firmatari dell’emendamento originario 23.8.
Il “passo importante” sarebbe l’ok della commissione Bilancio del Senato a un emendamento inserito nel Patto di stabilità che recupera 4,9 milioni di euro da destinare a diversi capitoli che riguardano il mondo dell’emigrazione.
Ma la verità, cari parlamentari, è che per paura di far cadere il governo ci si accontenta di quello che sembra una regalia e non il necessario; certo la cifra è stata accettata senza combattere e si fa passare questa elemosina come un grande traguardo raggiunto, come a dire "meglio questo che niente" .
Mi spiace, ma non condivido questo atteggiamento di sudditanza verso un governo che ancora una volta ci prende in giro. "E’ stato un risultato difficile", conclude la nota dei senatori. Difficile per chi? Forse per voi, che continuate a mostrarvi mansueti con un premier che da una parte va in giro per il mondo a dire che siamo usciti dalla crisi, e dall’altra destina così poco agli italiani all’ estero. Se è vero che il Paese è in crescita, dove sono i fondi veri?
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