Scontro a distanza tra il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, ed il leader della Cgil, Susanna Camusso, sulla strada da seguire per aumentare la produttivita’. E raggiungere cosi’ un accordo – come chiesto dal governo – entro il 18 ottobre, che per Cgil e Uil non e’ affatto scontato si riesca a portare a casa per quella data.
Il numero uno degli industriali propone di lavorare ‘qualche ora in più’ per recuperare il 10% di competitivita’, che e’ ‘il mio sogno’, dice da Bruxelles dove partecipa ad un convegno-esposizione della manifattura italiana al Parlamento europeo. ‘Rischia di diventare anche offensivo per molti lavoratori’, replica il segretario generale di Corso d’Italia, chiamando in causa le ‘decine di milioni di ore di cassa integrazione e di migliaia di lavoratori in mobilita”.
Camusso, ospite dell’ottava conferenza d’organizzazione della Uil a Bellaria (Rimini), sostiene che l’operazione produttivita’ e’ ‘fondamentale’ ma per affrontarla bisogna fare i conti con i ‘fattori strutturali’ e non essere liquidata con ‘ricette facili’. E poi mette in discussione ‘la tanta insistenza’ affinche’ il governo ‘possa portare il 18 ottobre al Consiglio europeo dei risultati’, come sollecitato dal premier Mario Monti alle stesse parti sociali ai tavoli di settembre a Palazzo Chigi. Entro quella data, piuttosto, l’esecutivo dimostri di ‘essere europeo portando all’Ue la legge contro la corruzione’, e’ il ‘suggerimento’ di Camusso. A vedere lontano un Patto per la produttivita’ entro il 18 – su cui invece si e’ mostrata possibilista la Cisl – e’ anche la Uil: ‘Mi sembra molto faticoso fare un accordo in cosi’ poco tempo’, afferma il numero uno di via Lucullo, Luigi Angeletti. Che alla proposta di Squinzi di lavorare di piu’, risponde che se le imprese ‘pagano di piu’ non c’e’ problema. Sicuramente il lavoro gratuito non e’ contemplato dalla nostra prospettiva’. L’accordo ‘puo’ essere uno scambio tra maggiore flessibilita’ e maggiore salario. Questo – sostiene – fa aumentare la produttivita’, le retribuzioni e da’ anche una spinta alla ripresa’.
Squinzi spiega che l’associazione ‘sta lavorando ad una serie di proposte’, di cui la prima e’, appunto, ‘qualche ora di lavoro in piu’, per adesso’. Quanto? ‘Si fa presto a fare i conti se vogliamo recuperare il 10%’, risponde.
Lavorare di piu’ ‘non ci spaventa, ma non e’ questo il vero problema’, commenta il segretario generale dell’Ugl, Giovanni Centrella. Al momento, un incontro tra i vertici di imprese e sindacati non e’ ancora stato fissato. Intanto, la Cgil chiede alle altre confederazioni di chiudere la stagione degli accordi separati.
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