Roberto Speranza, coordinatore nazionale di Articolo1 MDP e deputato di Liberi e Uguali, sul reddito di cittadinanza parlando a Radio Cusano Campus ha detto: “Quando si decide di mettere un po’ di risorse per il pezzo di società italiana che è in maggiore difficoltà non si può né banalizzare né ridicolizzare. Bisogna provare a capire come questa cosa la si fa tecnicamente, evitando errori e sbavature. Dal mio punto di vista una misura universale di contrasto alla povertà è un fatto positivo, il punto è come si ridurranno gli errori, anche nel passaggio parlamentare di queste settimane”.
“Noi presenteremo un pacchetto di emendamenti per migliorare questa proposta. I punti che ci convincono meno? La sensazione è che ci sia un’eccessiva complessità del meccanismo, ci siano troppi paletti, troppi vincoli, dentro i quali si rischia di demonizzare la povertà. L’idea che alla fine, per superare questi paletti, quasi si costringano tanti a cambiare le carte in tavola e quindi si rischia di dare il messaggio per cui il povero è quello che vuole stare tutto il giorno buttato sul divano a capire come lucrare sullo Stato. Gli emendamenti che proporremo proveranno a ridurre questi rischi. E poi vorremmo anche provare a costruire una modalità che consenta una più facile trasferibilità dentro il mondo del lavoro di queste persone. Il punto decisivo è come si passa da una mera assistenza ad un accompagnamento al lavoro, io credo che questa sia la sfida più difficile con la quale dobbiamo confrontarci. Il punto è che il M5S ha fretta perché deve incassare il risultato prima delle elezioni europee, la nostra preoccupazione è che la fretta faccia fare i figli ciechi. Spero che la frenesia non porti a fare pasticci, viviamo il prezzo di una campagna elettorale permanente sulla pelle del Paese”.
Secondo Landini (Cgil) i tutor ‘li chiamano navigator ma sono altri precari’. “Se la modalità è di nuovo quella della precarietà è chiaro che ha ragione Landini – ha dichiarato Speranza -. Questo rischia di essere un altro degli aspetti paradossali di questa vicenda”.
Riguardo la posizione italiana sul Venezuela: “La priorità assoluta è provare ad accompagnare la comunità venezuelana a libere elezioni democratiche in cui possano scegliere le proprie leadership e i propri rappresentanti, evitando al più presto una guerra civile. Il richiamo del Presidente Mattarella è stato equilibrato ed apprezzabile, dopodichè è chiaro che vedere una divisione del governo sulla politica estera indebolisce il nostro Paese nel confronto con i partner internazionali”.
Sul caso Salvini-Diciotti. “La decisione che prenderà il M5S sicuramente avrà ripercussioni sulla tenuta del governo –ha affermato Speranza-. I 5 Stelle sono a un passaggio molto delicato, per 5 anni ci hanno raccontato che quando un parlamentare o un ministro aveva a suo carico l’inizio di un processo doveva rinunciare a qualunque prerogativa riguardo la propria carica. E questo principio è stato spiegato in maniera altisonante con la frase ‘uno vale uno’. Ora il M5S è di fronte ad una scelta drammatica, perché o nega questo suo principio fondamentale e quindi mette fine alla stagione dell’uno vale uno, con le relative conseguenze sul suo elettorato, oppure decide di tenere fede a questo principio ma fa cadere il governo. Non c’è una terza strada, quindi sono di fronte ad un bivio eclatante. Se votano per Salvini, che è sostanzialmente il capo di questo governo di cui loro sono ormai partner di minoranza, negano uno dei loro principi fondamentali, se votano all’opposto salvano l’anima ma fanno cadere il governo perché non credo che Salvini possa accettare di essere mandato a processo dalla forza politica che con lui governa tutti i giorni e che si è adattata alle sue politiche. Salvini ha fatto il gradasso per un paio di settimane dicendo che avrebbe rinunciato all’immunità poi, forse dopo i consigli di Giulia Buongiorno, ha deciso di cambiare strada. Ora però il rischio più grande è in capo ai 5 Stelle: o salvano l’anima, o salvano il governo, salvare entrambi è impossibile”.
Sulla posizione della sinistra per le elezioni europee. “Io sono perplesso rispetto all’ipotesi di liste indistinte in cui c’è dentro tutto e il contrario di tutto. Se mi riferisco al manifesto di Calenda? Mi riferisco in generale a proposte arrivate in questi mesi che tendono a dire che destra e sinistra non esistono più, esistono gli europeisti di sistema e i barbari populisti, e quindi bisogna unire tutti contro questi barbari. Io penso che si fa questo si fa un clamoroso regalo a chi si vuole combattere. Destra e sinistra esistono e continueranno ad esistere, dobbiamo provare ad unire forze che hanno elementi di omogeneità tra di loro. Sono convinto che l’Europa abbia un senso, ma sono fortemente critico rispetto all’Europa stessa e vorrei provare a costruire una lista che abbia un connotato di cambiamento radicale di questa Europa, una lista che rivendichi il proprio profilo progressista, di sinistra, democratico. Questo è il nostro obiettivo”.