Un super-ripiano previsto dalla manovra di luglio per le industrie farmaceutiche e nuovi tagli per le farmacie: il settore del farmaco guarda preoccupato al prossimo futuro. Complessivamente dalla Sanita’ ci si attende un taglio di un miliardo e mezzo e inizialmente il faro era puntato sul fondo degli obiettivi di piano che vale appunto quella cifra, tanto che il riparto non e’ stato ancora approvato con i timori delle regioni. Ora e’ invece il settore farmaceutico a esprimere proccupazione.
Farmindustria chiede una deroga almeno fino a ottobre, parallelamente alla definizione del nuovo Patto per la Salute, per una rimodulazione delle norme per il ripiano della spesa farmaceutica. Senza una nuova formulazione delle norme previste dall’applicazione della manovra di luglio (la legge 111 del 2011), ha spiegato il presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi, il settore rischia un vero e proprio "tracollo".
I dati forniti dal vertice dell’associazione degli industriali parlando di una riduzione degli investimenti, dell’occupazione, della produzione, e anche di nettissime difficolta’ nella ricerca: negli ultimi anni il numero degi studi clinici e’ andato sempre piu’ diminuendo e fra il 2009 e il 2010 la riduzione ha toccato il record del 24%. “Tutto questo a fronte – ha aggiunto il presidente – di un tetto per la spesa farmaceutica sotto controllo. Il rischio è di perdere fra i 9 e i 10 mila posti di lavoro e che ancora una volta a pagare siano i lavoratori e le imprese". "Chiediamo solo norme – ha aggiunto Scaccabarozzi – che rendano il sacrificio meno insostenibile". "A questo punto è fondamentale applicare un principio solidaristico industriale", ha spiegato il vicepresidente Lucia Aleotti.
Nel corposo pacchetto di proposte di Farmindustria c’e’ quella di utilizzare i risparmi delle scadenze dei brevetti nella spesa territoriale ed ospedaliera e di escludere dal computo dei tetti (sia territoriale che ospedaliero) la spesa dei farmaci orfani, per i quali esiste un fondo apposito. "Da anni chiediamo che ci sia una revisione del sistema di remunerazione delle farmacie, in linea con quanto fatto da altri Paesi europei" ma "un taglio ulteriore dei margini sarebbe insopportabile e inaccettabile", ha invece detto Anna Rosa Racca, presidente di Federfarma, interpellata a proposito dell’ipotesi di un taglio del 3% della remunerazione delle farmacie per reperire risorse nell’ambito della spending review, ipotesi che secondo stampa di settore starebbe circolando in questi giorni. "Come abbiamo già espresso in piú volte e in piú sedi già cosí abbiamo un sistema che non sta in piedi, si immagini con altri tagli…" ha detto la presidente dei farmacisti.
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