Parte la fase due della spending review, quella che vede tra l’altro il commissario ‘risanatore’ Enrico Bondi alle prese con gli sprechi e le inefficienze della macchina statale. Martedi’ prossimo il ministro dei Rapporti con il Parlamento e titolare della partita sulla riduzione della spesa Piero Giarda vedra’ il manager. Non e’ detto pero’ che sia gia’ l’occasione per Bondi di presentare il programma di lavoro (cosi’ come previsto dal decreto legge) dal momento che il premier Monti e il viceministro al Tesoro Vittorio Grilli saranno impegnati all’Ecofin.
Il ‘risanatore’ di Parmalat dal giorno (il 30 aprile) in cui il Consiglio dei ministri ha ufficialmente avviato la spending review non e’ comunque stato con le mani in mano. Ha chiesto carte e indicazioni alla Ragioneria dello Stato, incrociato modelli utilizzati in passato per rimettere in sesto le finanze delle aziende con i dati e i profili della pubblica amministrazione. ‘Nell’ultima settimana – racconta Grilli – e’ stato con al ministero dell’Economia tutti i giorni e si e’ applicato al 100%. La sua sara’ un’azione senza se e senza ma’, perche’ Bondi e’ uno che ‘sa fare il suo lavoro’, assicura il viceministro.
A Bondi spetta infatti il compito di razionalizzare la spesa corrente: energia (dal riscaldamento alla benzina), telefoni ma anche carta, matite e penne sono fra le voci che sta passando al setaccio. L’obiettivo e’ individuare un prezzo standard e dire addio agli acquisti alla spicciolata in modo da evitare che uno stesso bene possa costare cifre molto diverse da Nord a Sud. Il supercommissario potra’ pero’ anche ‘collaborare’, recita il decreto legge, con il ministro per i Rapporti con il Parlamento sul fronte della spending review nel suo complesso. ‘Leggete bene le carte – ironizza infatti il ministro Giarda – Bondi e’ un ‘mio dipendente”.
E proprio sul fronte generale la palla e’ ancora in mano ai singoli ministeri, che stanno mettendo in piedi delle commissioni ad hoc. Il primo infatti obiettivo da centrare sono infatti i 4,2 miliardi di risparmi: ‘Rinviare l’aumento dell’Iva previsto a ottobre – afferma Giarda – e’ un impegno politico del governo. E noi abbiamo comprato tempo’. Cosa accadra’ invece con il 2013 e’ ancora presto per dirlo. Occorrera’, chiosa il ministro, aspettare l’autunno e la Legge di stabilita’.
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