La sanita’ ‘fara’ la sua parte’, come ha sempre detto il ministro Renato Balduzzi. E lo fara’ mettendo a disposizione un miliardo di euro di risparmi per il 2012 che con ogni probabilita’ arriveranno da tagli alle spese per beni e servizi, che nel comparto rappresentano ogni anno uscite per circa 30 miliardi. Sarebbe questo, quindi, il ‘punto di caduta’ raggiunto dopo contatti molto intensi di queste settimane tra il ministro della Salute e il supercommissario Enrico Bondi. E che dovrebbe mettere al sicuro il cosiddetto ‘fondino’, le risorse vincolate per gli obiettivi di piano del fondo sanitario nazionale che valgono per il 2012 un miliardo e mezzo, sul quale inizialmente sembrava concentrata l’attenzione e che aveva trovato fin dall’inizio la resistenza da parte del titolare della Salute.
Il decreto per la revisione della spesa pubblica che dovrebbe arrivare sul tavolo del Consiglio dei ministri prima della fine del mese, peraltro, al momento non dovrebbe contenere nemmeno interventi sulla filiera del farmaco, altra ipotesi circolata con insistenza negli ultimi giorni guardando alla possibilita’ di anticipare a questa estate le misure previste dalla manovra di Tremonti del luglio scorso e che entreranno in vigore dal 2013. Una possibilita’ respinta dall’industria del farmaco che gia’, come ha sottolineato il presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi, rischia di rimanere ‘senza ossigeno’ l’anno prossimo, per misure che per il presidente di Assobiotec, Alessandro Sidoli saranno comunque ‘disastrose’ per le aziende che producono farmaci innovativi, i primi ad essere colpiti dalla riduzione della spesa farmaceutica ospedaliera. Ma in sanita’, ha ripetuto come un mantra il ministro, non si possono fare ‘tagli lineari’, anche perche’ il nostro servizio sanitario, ha sottolineato oggi, e’ uno dei ‘migliori al mondo’ grazie al ‘miracolo’ che sta compiendo nel riuscire a ‘tenere sotto controllo una spesa che per sua natura e’ in evoluzione’.
La palla quindi dovrebbe passare a Bondi, che ha il mandato per intervenire proprio sugli acquisti intermedi. E in sanita’ i margini di risparmio ci sono visto che, come ha sottolineato lo stesso Balduzzi, ‘si riscontrano anche nella stessa regione grandi scostamenti per i servizi di mensa o di lavanderia’. La spesa ‘immediatamente rivedibile’, ha spiegato il ministro, e’ di circa ‘7 miliardi’. E nel frattempo il faro dell’autorita’ di vigilanza sui contratti pubblici, che con la collaborazione dell’Agenas sta operando una ricognizione sugli acquisti di Asl e ospedali per arrivare, entro i primi di luglio, a fornire ‘prezzi di riferimento’, sarebbe puntato infatti proprio sugli acquisti di beni e servizi non sanitari, come appunto le mense, la lavanderia, i servizi di raccolta dei rifiuti. Settori a differenza di quelli dei farmaci o dei dispositivi medici nei quali gli acquisti stentano ad essere centralizzati.
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