La Spagna di Zapatero ha deciso di dire no all’ingresso dei romeni nel Paese per motivi di lavoro. La decisione di Madrid è stata notificata alla Commissione europea a Bruxelles per mano del Ministro al lavoro ed all’immigrazione Celestino Corbacho Chaves. “I Romeni in Spagna sono come la gramigna, spuntano dappertutto e portano via il posto di lavoro ai nostri giovani ed ai nostri compatrioti, relativamente ai quali la percentuale di disoccupazione sulla popolazione attiva è pari al 20% scarso”, affermano i socialisti ispanici. Socialisti che hanno paura di perdere alle prossime elezioni politiche, che dovrebbero essere vinte, secondo alcuni sondaggi, dai popolari del centro-destra guidati da Mariano Rajoy.
Naturalmente la Commissione europea si è riservata di decidere in merito alla liceità della misura che, tra i comunitari, discrimina solamente i possessori della cittadinanza romena. A Bruxelles di chiedono "perché i romeni no e gli altri cittadini europei, anche neo-comunitari sì?". Nessun divieto, infatti, per polacchi o bulgari.
Il presidente romeno Basescu e il Ministro degli Esteri del governo Boc, Teodor Baconschi, hanno naturalmente criticato con forza la misura in via di d’adozione di Madrid. “A questo punto ci chiediamo perché ci hanno fatti entrare nell’Unione. Forse perché volevano trattarci come una colonia e sfruttarne il territorio per impiantarvi le produzioni indesiderate a casa loro, come per quarant’anni ha fatto l’Unione Sovietica?”, ci si lamenta a Bucarest.
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