Le elezioni spagnole ci danno certamente una lezione, per noi di ItaliaChiamaItalia la più importante: seggi chiusi alle 20, tre ore dopo il 95% dei voti erano stati già scrutinati. “Impietoso il paragone con l’Italia” e non lo scriviamo noi, ma il Corriere della Sera.
E’ incredibile la velocità con cui è stato eseguito lo spoglio. In Spagna, è vero, ci sono meno elettori: in 24 milioni hanno votato per queste elezioni 2019, in Italia a marzo di un anno fa hanno votato in 33 milioni. In ogni caso da noi fino all’alba del giorno successivo alla votazione ancora non si sa com’è andata, i risultati spesso appaiono incerti, il tempo non passa mai…
Come funziona in Spagna?
Riporta il Corriere: “Il voto è cartaceo e del tutto simile al nostro, con cabine e urne (le loro sono trasparenti, ma vabbè). La trasmissione del voto dal seggio al comitato centrale per le elezioni invece è molto diverso. In Spagna i presidenti dei seggi sono stati dotati di un dispositivo mobile, in totale 22.280 apparecchi con cui hanno trasmesso direttamente e immediatamente i risultati a un cervellone centrale. I ventimila dispositivi coprono il 93% degli aventi diritto. Il restante set te per cento, invece, viene trasmesso per via telefonica da un funzionario a un tavolo centrale che raggruppa i voti e poi li trasmette al cervellone”.
Ragazzi, è vero: la tecnologia fa miracoli. E noi siamo ancora qui a dubitare del voto online, ci trastulliamo la mente pensando a un futuro che invece è già qui, anche se il nostro Paese stenta ad accorgersene.
Pensiamo al voto degli italiani all’estero, un meccanismo infernale dall’inizio alla fine e che per giunta consente imbrogli e truffe colossali, come si è già visto in tutti questi anni. Quanti soldi e quanto tempo risparmieremmo se ci rendessimo conto una buona volta che la tecnologia, se usata bene, è amica e non nemica dell’uomo?
Sappiamo che questo governo è il primo ad avere la ferma volontà di mettere in sicurezza il voto degli italiani all’estero e ci auguriamo che il risultato si possa portare a casa entro quest’anno. Anche perchè, visto l’andazzo, potrebbe accadere di tutto a livello di esecutivo e non vorremmo che i nostri connazionali si ritrovassero a dover votare per l’ennesima volta con un meccanismo che si è rivelato sempre un disastro.
Il Sen. Fantetti all’ultima plenaria CGIE disse: “Se non cambieremo la legge sul voto all’estero questa volta gli italiani nel mondo ci rincorreranno coi forconi”. Sottoscriviamo.
Una curiosità: sapete chi ha gestito tutto il processo? Conteggio, diffusione e spoglio curati dalla compagnia Scytl, esperta nel settore, la stessa società con cui ItaliaChiamaItalia ha parlato di voto online per gli italiani nel mondo appena qualche tempo fa, pubblicando sulle proprie pagine l’intervista al direttore commerciale per Italia e Spagna Cristiano Bernacca. Se volete approfondire fatelo qui.