E’ rientrato con la famiglia a vivere a Barcellona ed ha sollecitato un’aspettativa da Telefonica, dove e’ dirigente in Usa, per evitare che il procedimento giudiziario aperto nei suoi confronti ‘possa avere ripercussioni negative per il gruppo’. Per Inaki Urdargarin, genero del re Juan Carlos (ha sposato la sua secondogenita Cristina) e’ ora di preparare la difesa, con l’approssimarsi della fine dell’istruttoria sul ‘caso Noos’ che lo vede accusato di frode ai danni dello Stato spagnolo.
Primo membro della famiglia reale a finire sul banco degli imputati, Urdargarin e’ accusato col suo ex socio Diego Torres di aver drenato attraverso la Fondazione Noos almeno sei milioni di euro di danaro pubblico del governo delle Baleari e di Valencia e di averlo poi trasferito in paradisi fiscali. Frode all’amministrazione, prevaricazione, falso in documenti e malversazione di fondi pubblici i reati contestati al genero del re. Urdargarin ha dovuto autosospendersi ‘dal contratto e dalle funzioni’ dalla presidenza di Telefonica International Usa e dai consigli di amministrazione di varie filiali della compagnia in centro e sud America. Ed e’ tornato nella residenza barcellonese di Pedralbes, dopo i tre anni trascorsi a Washington.
L’inchiesta che vede coinvolto l’ex campione olimpionico di pallamano non solo ha condizionato la vita della sua famiglia, ma ha comportato il suo allontanamento dalla Casa Reale, che ha appartato anche l’infanta Cristina dall’agenda degli atti pubblici. L’immagine della monarchia spagnola e’ rimasta irrimediabilmente offuscata dallo scandalo, che suscita indignazione nel paese avvilito dalla recessione e sull’orlo del salvataggio economico.
Da monarca abituato a navigare nelle insidiose acque delle vicende storiche nazionali, in dittatura come in democrazia, Juan Carlos ha preso da subito le distanze dall’ingombrante genero. Come dimostrano sondaggi recenti, gli spagnoli, in maggioranza ‘juancarlisti’, hanno perdonato al Capo dello Stato finanche l’imbarazzante battuta di caccia all’elefante in Botswana, in compagnia della sua quarantenne principessa teutonica.
Tuttavia non perdonano i torbidi affari attribuiti al genero, soprattutto da quando la corruzione, con la crisi economica, e’ indicata fra le prime tre preoccupazioni dall’opinione pubblica. Ma, a togliere il sonno al capo dello Stato, e’ lo sconcerto distillato con le imbarazzanti rivelazioni dell’inchiesta Noos dai media, che hanno rotto il tacito patto di silenzio sugli affari della monarchia, vigente dall’inizio della democrazia. Senza risparmiare la stessa Cristina di Borbone, che era consigliere di amministrazione in una societa’ collegata alla Fondazione Noos, presieduta dal marito fra il 2004 e il 2006. Nell’interrogatorio davanti al magistrato nel febbraio scorso, Urdargarin l’ha scagionata da ogni sospetto e la procura dichiarato per l’infanta di Borbone in tre occasioni il ‘non luogo a procedere’. Dalla notifica dell’imputazione, l’ex campione di pallamano e’ sparito dalle foto ufficiali della famiglia reale.
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