La Spagna torna a scommettere sull’America Latina. Il nuovo ministro degli Esteri Jose’ Manuel García-Margalló ha ridato autonomia al sottosegretariato per l’Iberoamerica, nato nel 2006 su impulso dell’ex presidente del governo Jose’ Luis Rodriguez Zapatero ma "vittima" nel 2010 della cura dimagrante disposta dall’esecutivo socialista per fronteggiare l’emergenza sui conti pubblici. La riorganizzazione delle competenze ministeriali – che tra l’altro riconduce la cooperazione internazionale alle dirette dipendenze del ministro – risponde alla visione della politica estera illustrata dal nuovo presidente del governo, Mariano Rajoy: se l’Unione europea sara’ per Madrid la "prima preoccupazione", in cima alla lista delle priorita’ ci sara’ l’intero continente americano. Forte di un legame storico e culturale inscindibile, l’America Latina e’ sempre stata per la Spagna terra di grandi attenzioni – politiche, economiche e strategiche.
Ma col passare del tempo la concorrenza sulla regione si e’ agguerrita: per il forte interessamento dei paesi asiatici – Cina in primis -, per la crescita e la progressiva emancipazione dei paesi che la compongono, e per il ruolo sempre piu’ predominante del Brasile. E mentre le organizzazioni latinoamericane si proliferano e si irrobustiscono – l’Unasur (Unione delle Nazioni sudamericane) consolida la sua struttura, la neonata comunita’ degli Stati latinoamericani (Celac) cerca l’indipendenza da Usa e Canada e il Mercosur vara strategie comuni per la lotta alla crisi internazionale – il vertice iberoamericano (incontro tra i paesi della penisola iberica e quelli dell’America latina) perde smalto: l’ultimo appuntamento, tenuto in Paraguay e’ stato disertato da quasi la meta’ dei leader, tra cui Zapatero trattenuto in patria per l’emergenza finanziaria. Il prossimo vertice, occasione per misurare il ritorno di fiamma tra le due regioni, si terra’ a Cadice nel 2012.
Il nuovo governo dovra’ inoltre riprendere le fila di altri due temi biregionali. L’esecutivo socialista, nel semestre di presidenza di turno dell’Ue, tento’ di dare una svolta al negoziato commerciale tra il Mercosur e Bruxelles. Negoziato che, dopo la ratifica degli esecutivi, e’ tornato a rallentarsi per le molte distanze registrate sui punti in agenda. Infine c’e’ il dossier Cuba. Madrid ha cercato a piu’ riprese di modificare la "posizione comune", la strategia varata dall’ex presidente Jose’ Maria Aznar che legava il livello della cooperazione europea ai progressi democratici dell’Avana. Una scommessa persa in prima persona dall’ex ministro degli Esteri Miguel Angel Moratinos, catalizzatore delle critiche dei popolari verso una condotta ritenuta troppo morbida nei confronti dei paesi "socialisti" e "neosocialisti" dell’America latina.
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