Non è ancora cominciata davvero la partita che riguarda sottosegretari e viceministri. Scalpitano, i partiti, ma brancolano tutti nel buio.
Federico D’Incà, ministro per i rapporti con il Parlamento, conversando con i cronisti a Montecitorio, che lo intercettano poco prima di salire in commissione Giustizia per una seduta, dice di non sapere quando verrà nominato il sottogoverno: “Quando saranno nominati i sottosegretari? Non so nulla, ma spero presto”, fa sapere ai cronisti.
Intanto nel day after dell’esordio di Draghi in Parlamento, ecco le prime ‘vittime’ dell’ex governatore della Bce: i 15 senatori pentastellati che ieri hanno votato contro la fiducia al governo saranno espulsi, annuncia in mattinata il capo politico reggente Vito Crimi.
Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, avrebbe voluto concludere la partita dei sottosegretari in tempi brevi, entro la settimana, per poter far partire subito in pieno l’azione dell’esecutivo. Ma non ha fatto i conti con i partiti.
“Non credo che si arrivi a un accordo entro domani, anzi credo che si vada a lunedì o martedì almeno”, afferma un parlamentare direttamente interessato. Tra l’altro, spiegano fonti di maggioranza, adesso bisogna vedere anche come va a finire la partita interna al M5s.
“Ieri al Senato hanno perso il 20% dei parlamentari, vediamo come va oggi. Se ci fosse un’altra uscita massiccia dovremmo anche ricalcolare la quota dei sottosegretari”, si spiega.
Peraltro, la scissione pentastellata, se (come probabile) venissero creati dei gruppi autonomi, aprirebbe anche una partita sulle commissioni parlamentari. Staremo a vedere: l’unica cosa certa è che al momento nessuno sa niente e ciò che si legge sui giornali nella stragrande maggioranza dei casi è pura fantasia.