E’ ormai incandescente la crisi economica, politica e istituzionale che sta vivendo il Venezuela. Il governo Maduro si è lentamente trasformato in una vera e propria dittatura, nel Paese sudamericano è stata fatta a pezzi la democrazia, demolita la libertà. Gli oppositori politici vengono messi in carcere, i manifestanti uccisi. #SOSVenezuela è un allarme che dovrebbe interessare il mondo intero.
Certo il popolo venezuelano non resta a guardare, mentre Maduro e i suoi provano a mangiarsi il Paese. E anche le opposizioni si fanno sentire con forza. Leopoldo Lopez, leader oppositore venezuelano, è dietro le sbarre da ormai molto, troppo tempo. La moglie, Lilian Tintori, nelle scorse ore ha annunciato che sabato si svolgerà “una protesta di sole donne, senza uomini e senza armi”, vestite di bianco e con un fiore in mano, per chiedere che “cessi la repressione e si restituisca la democrazia nel nostro paese”.
Le donne del Venezuela, coraggiose, mogli, madri, sorelle, scendono in campo, in prima linea, per difendere i propri uomini e la propria Patria. Per difendere la libertà. La repressione della protesta si sta indurendo nel paese, ha sottolineato Lilian Tintori: “Ieri abbiamo contato 400 feriti, oggi altri 30 solo all’Università. Ieri hanno ucciso un ragazzino di 17 anni, ci sono più di 160 prigionieri politici. Ora basta!”, ha esclamato.
Numeri che fanno impressione e che parlano di un Paese in guerra. Proprio ai militari della Guardia Nazionale si è rivolta a un certo punto la moglie di Leopoldo Lopez: “Scendete dai blindati – ha detto -, deponete le armi e abbracciate le vostre donne, le vostre madri, le vostre mogli. Basta sparare, basta uccidere, basta con la paura e la violenza“. Poi si è rivolta al ministro della Difesa, Vladimir Padrino Lopez: “Ordinerai di sparare anche contro le donne? Lascerai che Maduro ti faccia sporcare di sangue l’uniforme? Hai un’ultima possibilita’ questo sabato, non sprecarla”.
Leopoldo Lopez sta scontando una condanna a quasi 14 anni di carcere. Perché? Per le sue idee.
I suoi avvocati difensori hanno chiesto alle autorità venezuelane di poterlo incontrare di persona, dopo il video trasmesso in Venezuela in cui Leopoldo parla dal carcere. E soprattutto dopo le ultime notizie che parlavano di un suo cattivo stato di salute.
L’avvocato Juan Carlos Gutiérrez ha sottolineato che “la mancanza di informazioni ufficiali” su Lopez “ha generato un clima di incertezza e l’aumento della preoccupazione”, nel Paese ma anche a livello internazionale. Secondo il legale inoltre “è completamente ingiustificabile la situazione di grave isolamento a cui viene sottoposto Leopoldo Lopez per lunghi periodi”.
Dall’Italia, nel frattempo, un milione di euro per i connazionali residenti in terra venezuelana, oltre 130mila mila, per assistenza e medicine. Un primo passo, un gesto di attenzione. Ma c’è bisogno di fare molto, molto di più. Non abbandoniamo il Venezuela.
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