In fuga verso ambasciata e consolati per proteggersi dalla repressione e dalla fame. La comunità italiana in Venezuela vive giorni drammatici.
Dopo il risultato delle contestate elezioni presidenziali del 28 luglio, che Nicolas Maduro sostiene di aver vinto, sono scoppiate le proteste di piazza a sostegno del principale candidato delle opposizioni alla presidenza del Venezuela, Edmundo Gonzalez Urrutia.
Maduro ha risposto reprimendo duramente le proteste e secondo i dati del Foro Penale, le persone arrestate fino ad ora sarebbero 2.000. Ma la repressione non si ferma in piazza. Le gravi condizioni economiche di molti non consentono la fuga dal paese e il rischio di sparire nella morsa della repressione è altissimo.
“La comunità italiana in Venezuela è composta da circa un milione e mezzo di persone distrutte a livello economico e fisico – spiega a Il Tempo il deputato Andrea Di Giuseppe, unico parlamentare di FdI eletto all’estero -. Da giorni, dai risultati fake delle elezioni, ricevo segnalazioni da parte di persone che mi chiedono di poter andare presso le nostre unità diplomatiche per essere protetti nel territorio italiano”.
Una testimonianza, quella del deputato, che rappresenta la realtà di ciò che sta accadendo in terra venezuelana. L’Italia non può e non deve restare a guardare.