Quello che sta succedendo in queste ore in Italia, a proposito del caos che vive il Venezuela, è preoccupante. Legittimare il governo di Maduro significa garantire appoggio ad un’ideologia fascista, al comunismo più estremo, ad una mafia politica intrecciata con i narcotrafficanti. Significa non conoscere la storia o ignorarne i contenuti.
Vedere l’Italia assumere in politica estera le stesse posizioni di paesi quali Cina, Russia e Turchia è raccapricciante. Noi siamo l’Italia, simbolo di libertà e democrazia, siamo l’Occidente, non Cuba, ed insieme ai nostri alleati abbiamo sconfitto ideologie estreme quali fascismo e nazismo. Maduro ed il suo pseudo socialismo invece non si discostano molto dalla politica di personaggi quali Kim Jong-un o Bashar al-Assad, dittatori riconosciuti.
Chi ricopre ruoli istituzionali importanti e di prestigio, prima di rilasciare dichiarazioni, dovrebbe informarsi accuratamente ed avere una visione politica d’insieme più ampia.
Cosa c’entra il principio di non ingerenza col garantire la democrazia e la libera espressione di pensiero? Non si può fare ideologia o usare slogan di partito quando in gioco c’è la libertà di un Paese.
Non servono basi giuridiche per capire che in Venezuela c’è una dittatura. Come si fa ad ignorare quello che sta accadendo negli ultimi mesi o a semplicemente decidere di voltarsi dall’altra parte?
Elezioni truccate, una neonata assemblea costituente che esautora il Parlamento e assume tutte le funzioni e i poteri legislativi, milioni di persone in strada al grido di libertà, un Paese intero ridotto alla fame. In Venezuela c’è una crisi umanitaria drammatica. Ci sono evidenti violazioni dei diritti umani. Corruzione, povertà e violenza ormai dilagano.
Forse chi parla a favore di Maduro, o si astiene, non è al corrente di come questi stia utilizzando l’esercito e mercenari al soldo per soffocare la democrazia.
Non si può giocare a fare i Ponzio Pilato quando in gioco c’è la libertà e la vita di milioni di persone. Centinaia di migliaia di manifestanti, tra cui molte donne e bambini, 35 morti e 900 arresti negli ultimi giorni sono la testimonianza della feroce repressione in atto in Venezuela.
I fondi personali di Guaidò sono stati congelati e non gli è consentito lasciare il Paese. La sua famiglia è stata minacciata. Il Venezuela è sull’orlo di una gravissima guerra civile. Mancano medicine e l’inflazione ormai ha raggiunto livelli soffocanti. Nel frattempo cargo ricolmi d’oro, prelevato dalle riserve auree nazionali, fanno la spola tra Caracas, la Russia e Dubai.
È urgente che s’indicano nuove elezioni presidenziali libere, trasparenti e credibili perché venga ripristinata la democrazia. Si deve porre termine a questa feroce repressione e ad ogni atto violento. Chi oggi si schiera contro il cambiamento e la democrazia in Venezuela avrà sulla coscienza le sofferenze del suo popolo ed i suoi morti.