Disastrosa. È questa la situazione dei servizi consolari per i nostri italiani all’estero. E non lo diciamo noi di Italiachiamaitalia.it – per qualcuno brutti, cattivi e faziosi – ma lo dicono i rappresentanti istituzionali degli italiani nel mondo, a partire dagli eletti all’estero. Che poi fanno tutti parte, per ora, della maggioranza di governo.
Angela Schirò, deputata del Pd eletta nella ripartizione estera Europa, in commissione alla Camera, ha spiattellato le difficoltà a cui sono costretti a far fronte i nostri connazionali. Per loro infatti, nella stragrande maggioranza dei casi, è impossibile rinnovare un passaporto in tempi dignitosi, per esempio, o farsi rilasciare la carta d’identità. Non solo: in tantissime zone del mondo è diventato difficilissimo ottenere un appuntamento in Consolato, quando Consolati e Ambasciate dovrebbero essere, anzi sono, le case di tutti gli italiani, non soltanto di diplomatici e funzionari.
Schirò non è stata affatto tenera nel suo intervento. “Lo stato dei servizi consolari è ormai insostenibile per un paese che vuole riaprirsi ai rapporti con il mondo e rilanciare i suoi interessi in campo internazionale”, ha detto la parlamentare dem, per poi ribadire che la situazione è “diventata ormai disastrosa“.
Sottoscriviamo mille volte le parole di Schirò. Noi, che siamo in contatto tutti i giorni con la rete degli italiani nel mondo, lo sappiamo bene: la situazione è quella descritta, forse – purtroppo – anche peggio.
E non è qualcosa che riguarda poche zone del mondo, anzi. Difficoltà del genere esistono in Europa come in America Latina, in Messico o negli Usa, in Australia o in Africa. Del resto, basta ascoltare le voci dei nostri connazionali, raccogliere le loro denunce, le loro testimonianze, per verificare che la rete consolare negli ultimi tempi fa davvero acqua da tutte le parti.
Così non si può andare avanti. Lo dice anche un altro parlamentare di maggioranza, Massimo Ungaro, di Italia Viva, che parla di “consolati a operatività ridotta” e racconta che da ogni parte d’Europa gli arrivano segnalazioni di connazionali che denunciano cattivi servizi e l’impossibilità di avere contatti, per telefono o attraverso la posta elettronica, con le diverse sedi consolari. “C’è bisogno di più servizi consolari” sottolinea il renziano.
Ed ecco le dichiarazioni di un’altra eletta all’estero, Francesca La Marca, deputata Pd, eletta nel Nord e Centro America e residente in Canada, secondo cui “la situazione che si è determinata negli uffici consolari per quanto riguarda i tempi di erogazione dei servizi e le date degli appuntamenti è ormai insostenibile”.
L’ultimo caso eclatante, in ordine di tempo, è quello del Consolato Generale di Londra, che sta scoppiando. Non ce la fa a stare dietro alle richieste di oltre 400mila iscritti AIRE. A Manchester il Consolato, voluto fortemente dall’allora Sottosegretario agli Esteri Sen. Ricardo Merlo, ancora non riapre. Così Londra soffoca. E i connazionali brancolano nel buio, di fatto abbandonati a se stessi. C’è chi, tra loro, ha persino messo in mezzo un avvocato, per potere avere la possibilità di rinnovare un passaporto, ovvero di poter accedere a un diritto che gli spetta in quanto italiano nel mondo.
A proposito di Londra: proprio il Sen. Merlo, presidente MAIE, ha presentato l’altro giorno un’interrogazione parlamentare – firmata anche dal Sen. Adriano Cario – con la quale chiede al governo, e in particolare al titolare della Farnesina Luigi Di Maio, quali azioni intenda mettere in campo per garantire agli italiani residenti in terra inglese servizi consolari efficienti in tempi dignitosi.
Ora, si badi bene: Schirò, La Marca e Ungaro hanno usato parole dure, hanno fatto critiche forti. Certe cose, in certi termini, non le avevano dette neppure stando all’opposizione; lo fanno oggi, pur essendo in maggioranza, proprio perché negli ultimi mesi la situazione è degenerata. Nettamente peggiorata. Per loro, rappresentanti parlamentari degli italiani nel mondo, subissati da richieste e segnalazioni, è impossibile girarsi dall’altra parte.
Negli anni precedenti andava tutto bene? No, ovviamente. Possibile dunque che negli ultimi sei mesi l’andazzo sia peggiorato fino a questo punto? A guardare la realtà, sì, è possibile: è proprio quello che sta succedendo.
Un po’ perché in alcuni Paesi la pandemia ha cominciato a mordere di meno e dunque ci sono meno restrizioni, così i connazionali sono più liberi di muoversi. E un po’ perché da sei mesi a questa parte c’è un governo a cui degli italiani nel mondo interessa zero.
Negli anni scorsi non andava tutto bene affatto, ma la situazione era sotto controllo, c’era chi si occupava quotidianamente di risolvere i problemi più critici, venivano aperte sedi, trovati fondi per assumere più personale al ministero; esisteva, insomma, all’interno del governo italiano, la volontà politica di far fronte alle difficoltà e di dare massima attenzione al mondo dell’emigrazione. Il tema servizi consolari era certamente la priorità. Oggi tutto questo non esiste più e gli italiani nel mondo ne stanno pagando il prezzo sulla propria pelle.