E’ imminente la messa in scena al Teatro Regio della capitale Subalpina del capolavoro di Ruggero Leoncavallo, Pagliacci e da un piacevolissimo incontro con Davinia Rodriguez è nata l’intervista a seguire.
Donna estremamente simpatica, dotata di grande determinazione con una buona dose di dolcezza che proviene dalle montagne di Las Palmas e che ha costruito la sua carriera in maniera minuziosa e collezionando successi.
Il soprano spagnolo debutterà nel ruolo di Nedda sul palco del Regio. Da piccolina ha mosso i primi passi in casa con la spazzola dei capelli come microfono ballando e cantando davanti allo specchio. E’ stata notata per il suo talento e passo dopo passo ha costruito la sua carriera fino ad arrivare ad avere un bivio e scegliere tra un contratto con la Sony per cinque anni o la carriera nel campo lirico. Si è fidata del marito e ha ricominciato da zero studiando come soprano. Scelta giusta visto i successi che sta ottenendo con i debutti molteplici, dal Simon Boccanegra al Gran Teatre del Liceu di Barcellona con Placido Domingo a Lady Macbeth al Theater an der Wien; senza contare che a giugno è stata la Contessa di Almaviva ne Le Nozze di Figaro, presso il Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti al Festival di Spoleto.
Prossimi impegni la vedono protagonista a Bilbao con Donna Anna nel Don Giovanni di Mozart. Debutto nel ruolo di Maria Stuarda di Donizetti al Teatro Carlo Felice di Genova, il Te Deum di Dvořák con l’Orchestra Filarmonica di Gran Canaria e il suo ritorno al Teatro San Carlo di Napoli con la sua acclamata Amelia Grimaldi di Simon Boccanegra.
Davinia, raccontaci la tua Nedda
La mia Nedda è ricca dentro fin dalle sue origini, fin dai suoi primi passi. E’ una bambina che è stata lasciata da sola. E’ costretta a vivere una realtà che le è stata imposta in un circo itinerante, ma lei non è felice. E’ una donna sofferta, svuotata, alla quale sono stati negati molti sentimenti, ma allo stesso tempo ricca di tanta voglia di libertà. L’attaccarsi ad un uomo come via d’uscita verso l’indipendenza.
Quanto c’è di Davinia in Nedda?
C’è poco di me come persona, ma qualcosa che ci accomuna sì. A lei hanno tolto la mamma, così come a me due anni fa, ho perso entrambi i genitori. Le melanconie che nascono dalla mancanza della mamma che è la figura più importante nella vita di un figlio le ho io come le ha Nedda. Il mio personaggio invece si distanzia da me come persona per tutto quello che ha dovuto subire e che io per fortuna no.
C’è differenza tra un debutto ed un ruolo già consolidato prima di entrare in scena?
L’adrenalina c’è sempre ai massimi livelli, ma la chiamo responsabilità. Più preparato è un artista e più facile diventa il tutto. Dal momento in cui il mio agente mi dice che c’è una remota possibilità di cantate un ruolo in un’opera, immediatamente comincio a dare un’occhiata al tutto, anche senza avere la certezza che quel ruolo lo farò. Mi piace capire le piccole e le grandi sfaccettature del personaggio che eventualmente dovrò cantare. Lavoro con la lente d’ingrandimento, perchè ogni piccolo dettaglio fa la differenza. Voglio essere il più simile possibile al personaggio con il corpo, la mente, l’animo e la voce.
Come si prepara un nuovo ruolo?
Ogni artista ha il suo metodo di studio. Non c’è un sistema uguale per tutti. Per me l’essenziale è leggere il libretto. Dopodiché lavoro su tutto ciò che può arricchirmi per essere al meglio il personaggio che mi appresto a debuttare. Segue la parte musicale che studio al millimetro così pian piano tutto comincia a prendere forma. Tuttavia ti confesso che lo studio non finisce mai, perchè non è mai abbastanza. Ogni volta che si “riprende in mano” un ruolo che magari hai già cantato più volte, c’è sempre un elemento che lo arricchisce. C’è sempre qualcosa da scoprire e sempre da evolversi.
Un giudizio sulla regia di Gabriele Lavia?
Lo adoro! Gabriele è un artista che sa bene come estrapolare da ogni artista il meglio e metterlo nelle condizioni di dare il massimo. Ha la capacità di capire in pochi minuti che artista sei e se capisce che può arrivare in profondità lo fa in maniera eccellente. Con lui si inizia con piccolo dettaglio e da lì inizia un lavoro lungo con ore ed ore di prova, ma che ti sembra di aver iniziato a lavorare da una manciata di minuti perchè sei talmente dentro al personaggio che perdi la concezione del tempo.
Hai debuttato a Vienna in Lady Macbeth ed è stato un grande trionfo. Come commenti?
E’ stato un boom di energia che hao premiato tanto sacrificio e tanto lavoro. Davanti si vede sempre meno dei numerosi sacrifici in vari aspetti della vita di un artista che si compiono per dare il meglio sul palco. Sono felice per il mio successo ottenuto in Austria e sono in un momento della mia carriera ricco di soddisfazioni. Tuttavia non dimentico mai che la responsabilità è sempre in salita. Non mi manca mai la voglia d’imparare come se iniziassi il tutto da capo.
Sei in un anno ricco di debutti, ma qual è il ruolo che vorresti debuttare e che ancora non ti hanno proposto?
Sì, sono in un anno molto impegnativo. Preferisco fare un passo alla volta quindi ruolo dopo ruolo, ma intanto che ne preparo uno dò una sbirciatina agli altri. Quello che attendo è Floria Tosca che sono sicura che arriverà, ma con il tempo. La coccolo, la lascio respirare, poi la ricoccolo così man mano cresce.
Che cosa ha Floria Tosca che ti piace così tanto?
La passione in lei stessa e nel canto. Preparando Nedda vedo in qualche modo qualche parallelismo con Tosca. Ci sono piccoli aspetti che possono avvicinare le due donne. Il momento di rabbia che Nedda nutre per Tonio con quello di Tosca quando ammazza Scarpia. Un mix di vuoto, paura, sentimenti, rabbia. Anche la parte vocale è molto simile.
Chi è Davinia Rodriguez nel privato?
Una ragazza molto semplice con desiderio sempre di fare un passo in più. Vengo da una famiglia normale dalla montagna delle Canarie e ho sofferto il fatto di essere isolana e dover mollare tutto per realizzare un sogno. La vita mi ha regalato tante cose belle e non belle, ma nonostante tutto ciò in me vive sempre quella ragazzina a cui piaceva la musica, stare sul palco mantenendo sempre vivi i valori che mi hanno insegnato i miei genitori. Sono mamma, moglie, sorella e cugina e sono sempre a disposizione per tutti loro che hanno necessità di un aiuto da parte mia. Posso essere lontana ma nello stesso tempo presente. Oggigiorno con Skype le distanze si sono ravvicinate molto. Con una video chiamata ti senti quasi a casa anche se sei a molti chilometri di distanza. Certo non è mai come essere in famiglia ed abbracciare i tuoi cari quando vuoi, ma in qualche modo faccio sentire la mia presenza. Non è facile conciliare famiglia e lavoro, ma con mio marito cerchiamo di fare il meglio possibile.
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