Per oltre 7 italiani su 10 la ricorrenza del primo maggio ha ancora valore. Tra questi il 32,8% ritiene che i diritti dei lavoratori non siano scontati e quindi devono essere rivendicati sempre, il 17,2% pensa che la ricorrenza vada attualizzata chiedendo strumenti più moderni per migliorare le condizioni dei lavoratori infine il 22,8% crede che in Italia il 1 maggio sia strumentalizzato e usato come occasioni di propaganda dalla sinistra. L’8,3% non considera importante questa festa mentre il 17,9% afferma che chi festeggia e organizza cortei e concerti sono gli stessi che anno dopo anno hanno tolto i diritti ai lavoratori. È quanto emerge dal sondaggio settimanale realizzato da Termometro Politico tra il 2 e il 4 maggio 2023.
Polemiche a parte, il lavoro è considerato “fondamentale per sentirsi realizzati” dal 51,1% degli intervistati, “importante dal punto di vista economico anche se viene dopo la vita privata” dal 30,3%, “uno strumento per avere le risorse economiche, anche se la soddisfazione della vita dipende da altri fattori” dal 14,3% e infine un “fardello cui le persone si sottopongono perché obbligate e che si dovrebbe alleggerire diminuendo il tempo che vi dedicano” dal 3,6%.
Sul perché le attività non riescano più a trovare lavoratori, in particolari giovani, sono tre le motivazioni maggiormente condivise dagli italiani: per il 43,4% le aziende pagano troppo, non vogliono investire nei lavoratori, ma sfruttarli, per il 23,5% la colpa è dei giovani che non vogliono più impegnarsi e fare sacrifici come lavorare nei weekend o accettare di guadagnare poco agli inizi, infine per il 18,1% la risposta sta nel fatto che l’Italia è poco produttiva e in declino con le aziende che non riescono ad avere le risorse per pagare quanto un dipendente vorrebbe per lavorare.
Nella giornata del primo maggio, il governo ha varato il decreto lavoro. Il 48% lo giudica positivamente con il 16,4% che trova però negativa la maggior liberalizzazione dei contratti a termine. A bocciarlo è il 45,6% con il 17,5% che però benedice il taglio del cuneo fiscale.
Leggermente in calo la fiducia della premier Giorgia Meloni ora al 43,8%. Le intenzioni di voto registrate da Termometro Politico vedono in difficoltà tutti i partiti di centrodestra: Fdi è stabile al 29,6%, mentre Lega e Forza Italia calano rispettivamente al 9,3% e al 7,4%. Il Partito Democratico sfiora il 19 (18,9%) mentre il M5S sale al 16,1%. Azione è al 4,2%, Italexit al 2,5% raggiunge +Europa, sorpassando Sinistra/Verdi (2,4%) e Italia Viva (2,3%). Chiudono Unione Popolare (1,5%) e Democrazia Sovrana Popolare (1,4%).