Fratelli d’Italia aumenta a tre i punti di vantaggio sul Pd mentre il M5S agguanta la Lega al terzo posto. Sono i dati principali delle intenzioni di voto registrate dal sondaggio settimanale di Termometro Politico realizzato tra il 6 e l’8 settembre, l’ultimo prima del silenzio elettorale. Fdi cresce al 25,2% mentre il Pd è in calo al 22,2%.
La Lega perde lo 0,6% scivolando al 13,3% dove viene raggiunta dal M5S, in crescita di quasi due punti rispetto alla rilevazione della settimana precedente. Forza Italia al 7,2% rimane davanti ad Azione/Italia Viva stabile al 5,1%. Sotto la soglia di sbarramento tutti gli altri partiti: Italexit (2,8%), Sinistra Italiana/Verdi (2,6%), Unione Popolare (1,7%), +Europa (1,6%), Italia Sovrana (1,2%), Noi Moderati (1,1%), Alternativa per l’Italia (0,7%) e Impegno Civico (0,7%).
La percentuale di italiani che dichiara fiducia nel premier Draghi è di poco sopra il 40% (42,5%).
Agli intervistati è stato chiesto cosa voterebbero qualora il loro partito o coalizione non fosse presente sulla scheda. La maggioranza degli elettori dei rispettivi partiti/coalizioni ha dichiarato che preferirebbe astenersi. Alcuni hanno risposto diversamente. Ad esempio Italexit viene indicato come porto sicuro del 21,2% degli elettori di Fratelli d’Italia e del 25,1% di quelli della Lega mentre Azione/Italia Viva è sentita come più vicina dal 20,7% degli elettori di Forza Italia.
Tra gli elettori del Pd c’è una parte che darebbe il suo voto ad Azione/Italia Viva (19,9%) e al M5S (11,8%). Un terzo degli elettori del terzo polo (33,9%) ammette il suo fascino per i partiti di centrosinistra (33,9%) meno per quelli del centrodestra (5,6%). Infine gli elettori del M5S si dividono tra chi darebbe il proprio voto a un partito del centrosinistra (14,7%) e Unione Popolare di De Magistris (9,1%).
Un altro tema toccato dal sondaggio di Termometro Politico ha riguardato la proposta fatta da Sinistra Italiana e Verdi di vietare i jet privati per ridurre l’inquinamento. Il 38% accoglie la proposta mentre il 35,2% la respinge (tra questi l’11,4% ritiene che i jet privati non siano la principale fonte di inquinamento mentre il 23,8% accusa di invidia sociale chi ha avanzato la richiesta di abolizione). C’è poi chi sta nel mezzo: il 22,4% è a favore ad una limitazione e ad un innalzamento delle tasse sul carburante usato dai jet, ma non al loro divieto.
Capitolo scienza. Per il 42,3% non è stata difesa abbastanza in quanto le teorie complottiste e pseudo-scientifiche hanno preso forza più che mai sui social e in rete. L’11,2% ritiene invece che la scienza sia stata finalmente valorizzata mentre per il 26,7% essa viene usata come strumento di controllo da parte del potere, complici “divulgatori e scienziati corrotti e in malafede”. Un 13,8% accusa invece gli scienziati di contraddirsi e di sbagliare spesso le previsioni.
Infine gli appelli di vip, scienziati e influencer al risparmio energetico. Anche qui sono diverse le opinioni degli intervistati. Il 24,6% ritiene che fanno bene a sensibilizzare i cittadini su un tema decisivo mentre il 31,3%, pur considerando il risparmio energetico necessario, crede che questi appelli non facciano la differenza. Il 29,3% pensa che dovrebbero essere proprio loro i primi a dare l’esempio, cosa che invece non fanno. Un ulteriore 12,6% condanna gli appelli di queste persone considerandole un’intromissione nella vita privata dei cittadini.