Sorpresa. L’addio di Luigi Di Maio al Movimento fa bene ai Cinque Stelle. È quanto si evince leggendo le intenzioni di voto del sondaggio settimanale di Termometro Politico realizzato tra il 21 e il 24 giugno che per la prima volta ha rilevato la forza elettorale di Insieme per il Futuro, il progetto politico lanciato dal ministro degli Esteri. Secondo la rilevazione, Ipf raccoglierebbe la stessa cifra del Partito Comunista, un magro 1%. E il M5S? Al momento sembra ringraziare: i pentastellati orfani di “Giggino”, guadagnano infatti due decimi rispetto alla settimana scorsa portandosi al 12,8%.
Intanto arretrano Fdi, Pd e Lega rispettivamente al 22,9%, al 22,3% e 16,7%. Cresce Forza Italia al 7,6% mentre Azione/+Europa scende al 4,2%. I Verdi sfiorano il 3% precedendo Italia Viva e Italexit (ciascuno al 2,2%).
Dopo la scissione portata avanti da Di Maio, sono in molti a interrogarsi sul futuro dei Cinque Stelle. Per il 48,4% il Movimento ci sarà ancora dopo le prossime politiche, ma sarà un partito di nicchia, più piccolo dell’attuale. L’11,4% crede invece che recupererà consenso, il 5,4% che avrà all’incirca la forza attuale, l’11,8% pensa che cambierà nome e darà luogo a varie scissioni e formazioni più piccole, infine il 20,5% ritiene possibile o un suo scioglimento oppure una sua discesa sotto la soglia di sbarramento.
Riguardo il futuro di Di Maio, gli scenari dipinti dagli italiani sono diversi. Per il 31,1% il suo nuovo partito sarà parte di un grande centro, per il 26,8% sarà alleato del Pd alle prossime elezioni, per il 23,9% confluirà nel Pd o in un’altra formazione con una pattuglia di fedelissimi mentre in pochissimi credono a una riconciliazione con Conte e il M5S (2,3%).
In merito alla guerra tra Ucraina e Russia, la maggioranza (56,7%) non crede ad una sua estensione ad altri Paesi vicini. A ritenerla invece possibile è invece un terzo degli italiani (37,4%).
Quasi un italiano su due boccia la strategia adottata da Draghi verso la Russia: il 42,4% ritiene che dovevamo rimanere neutrali mentre il 6,8% pensa che dovevamo cogliere questa occasione per stringere un rapporto più forte con la Russia ed avere gas e petrolio a prezzi ancora più bassi. A dirsi d’accordo con Draghi è invece il 46,4% ma tra questi solo il 6,4% ritiene la strategia efficace e con un costo tutto sommato basso per il Paese.
Infine risale leggermente al 41,5% la fiducia degli italiani nel premier.