Letta ha parlato di “rottura irreversibile”, Conte non ha escluso “un dialogo in futuro”. A mettere però una pietra tombale su una possibile alleanza elettorale tra Pd e Movimento 5 Stelle è quasi un italiano su due. Secondo il sondaggio settimanale realizzato da Termometro Politico tra il 26 e il 28 luglio, il 34,3% esclude un’alleanza tra i due partiti perché le loro agende politiche sono incompatibili viste anche le diversità di vedute sul governo Draghi mentre un ulteriore 14,2% ritiene che i dem abbiano più punti in comune con il centro liberale che con i pentastellati. Appena il 14,2% scommette ancora su un’alleanza tra Pd e M5S mentre un terzo degli intervistati dichiara di non essere interessato alla questione.
Per oltre otto italiani su dieci l’esito delle prossime elezioni è scontato: a vincere sarà il centrodestra. Per il 44,3% avrà la maggioranza assoluta dei seggi e farà il nuovo governo mentre per il 36,9% avrà più seggi ma non la maggioranza assoluta. La possibile vittoria del centrosinistra e alleati? Ci crede solo il 7,6% degli intervistati.
Ma in caso di vittoria del centrodestra, chi dovrebbe ricoprire il ruolo di premier? Per il 39,7% è giusto che a guidare il governo sia il leader del partito più votato della coalizione, per il 24,5% deve essere una figura unificante e moderata, non divisiva e non necessariamente leader di un partito dell’alleanza mentre per il 3,1% deve essere il leader più votato del centrodestra, ma solo se prende più voti della somma degli alleati.
In attesa del verdetto finale, Giorgia Meloni può rallegrarsi con un dato: gli italiani la preferiscono ad Enrico Letta come prossimo presidente del Consiglio (46,4% contro 32,9%). Intanto, dopo la caduta del suo governo, Draghi vede il gradimento nei suoi confronti rafforzarsi: ora è al 42,2%.
A meno di due mesi dalle elezioni, i due principali partiti, Fdi e Pd, vedono incrementare i propri consensi rispettivamente al 24,3% e al 23%. In ulteriore calo i valori di Lega (14,7%), M5S (11,3%) e Forza Italia (7,2%). Cresce Azione/+Europa al 4,6% mentre Sinistra Italiana/Verdi resta stabile al 2,5% davanti ad un’Italia Viva in flessione al 2,4% e un’Italexit in calo al 2%. Italia Sovrana e Popolare è all’1,8%, seguono Unione Popolare (1,5%), Alternativa per l’Italia (1%) e Noi con l’Italia (0,7%).