Da anni, da decenni, prosegue la lotta con l’AIDS. La scienza, nel corso del tempo, in questo senso ha fatto passi da gigante. Ma cosa ci vorrebbe davvero, adesso, nella lotta all’Hiv?
Alla vigilia della Giornata mondiale contro l’Aids, interpellata da Adnkronos Salute, a questo interrogativo risponde Rosaria Iardino, oggi presidente della Fondazione ‘The Bridge’ e storica attivista per i diritti delle persone con Hiv.
“Sogno il vaccino. E posso garantire che ci sarebbe un’adesione del 150% a quello curativo. Mentre per la grande popolazione sogno un vaccino preventivo”.
“Gli scienziati ci stanno lavorando” – prosegue Iardino, “anche con le nuove tecnologie a mRna”, sottolinea. “Ci sono stati tanti fallimenti su questo fronte – ricorda – perché il virus dell’Hiv è molto differente dal coronavirus” che causa Covid-19.
Se il vaccino resta il sogno più grande, osserva ancora Iardino, “in ogni caso oggi abbiamo terapie che si basano sull’assunzione di una pasticca al giorno o addirittura stanno arrivando nuove forme di terapia, basate su un’iniezione ogni due mesi. Direi che tutti aneliamo ad arrivare al VACCINO. Ma la qualità della vita, con i progressi scientifici, è migliorata ed è diventata eccellente”. Di AIDS, nella stragrande maggioranza dei casi, se ci si cura, non si muore più.