“Non è la più vituperevole ignoranza quella che consiste nel credere di sapere ciò che non si sa?” (Socrate)
“La strada che porta alla conoscenza è una strada che passa per dei buoni incontri” (Baruch Spinoza)
“Il Maestro disse a un suo allievo: Yu, vuoi che ti dica in che cosa consiste la conoscenza? Consiste nell’essere consapevoli sia di sapere una cosa che di non saperla. Questa è la conoscenza” (Confucio)
“Il dubbio è l’inizio della conoscenza” (Cartesio)
“Ci sono uomini che sanno tutto, peccato che questo è tutto quello che sanno” (Oscar Wilde)
SOCRATE
Non immaginavo tante lettere di consolazione, per aver scritto che mi sentivo desolato, consapevole della mia ignoranza. Sapere di non sapere era una ferma convinzione, riferita da Platone, del mio adorato Socrate. La considerava la base fondamentale per l’inizio della saggezza.
GLI SCIENZIATI NON SANNO
Mi ha intrigato leggere sul Corrierone (diciamolo, non sempre coinvolgente) questa nota: «Gli scienziati non sanno. I fisici, esperti della materia, ammettono candidamente di non sapere di cosa è fatto il 95% dell’universo. I biotecnologi, esperti di Dna, non sanno a cosa serve più della metà del nostro genoma, o addirittura se serve. E i virologi, ora così in auge, sono messi ancora peggio: non sanno nemmeno la percentuale di quello che non conoscono, hanno censito qualche migliaio di virus, ma i virus sul pianeta potrebbero essere miliardi. Non solo è enorme ciò che non sappiamo: è enorme ciò che non sappiamo di non sapere».
CREDERE, NON CREDERE. BASTA STUDIARE?
Quanto alla mia posta, ho ricevuto da Genova questa lettera di Gianna Radice: “Ragionare di libri, di film, persino di Dio non è robaccia. Specialmente per un non-credente, come hai voluto definirti. A proposito: in che cosa non credi? Forse è la quarantena che ti butta un po’ giù. Ma attenzione, mio stimato coetaneo e quasi conterraneo: i pensieri che fanno star male non devono essere alimentati, falli morire di fame. E, soprattutto, non pretendere da te l’onniscienza! Di tuttologi ne abbiamo fin troppi! Sii fiero delle cose che conosci grazie alla tua intelligenza e di quelle che sai fare con onestà. Non cercare pietose, benigne considerazioni per la tua ignoranza… Almeno da me non l’avrai, perché giustificherei una tua assurda presunzione. Continua a guardare in alto e a fare quello che sai fare bene”.
Grazie. Però, credetemi: mi piacerebbe essere un po’ meno ignorante. E dire che in vita mia ne ho avuto, di tempo, per studiare!