‘La sintesi e’ semplice: si e’ fatto molto, c’e’ ancora molto da fare’. Vasco Errani, presidente dell’Emilia-Romagna e commissario alla ricostruzione, lo ripete da giorni, da quando sono cominciati quelli che chiama ‘giorni del ricordo e del ringraziamento’. Lo torna a dire in Aula, concludendo l’esame delle relazioni della Giunta regionale un anno dopo il sisma e mettendo l’accento su quel che resta da fare. C’e’ anche l’annuncio, in aula: il premier Enrico Letta e’ atteso in Emilia il 30 maggio, il giorno dopo l’anniversario della seconda scossa in Emilia. Al mattino per un incontro istituzionale in Regione a Bologna e poi per un sopralluogo in alcune zone colpite. L’incontro e’ in programma nella nuova Aula Magna della Regione. Il sopralluogo, da definire, e’ probabile che sia nel Modenese, tappe da decidere. Ieri, anniversario della prima scossa, la visita della presidente della Camera, Laura Boldrini, ha avuto il suo fulcro invece nel Ferrarese.
Intanto Errani ricorda i 28 morti, le distruzioni ed elenca, con il timore di lasciare indietro qualcuno, chi ha contribuito in questo anno ad aiutare le persone d’Emilia colpite dai due terremoti del 20 e 29 maggio 2012. Poi, di fronte alle critiche, non nasconde le difficolta’, ma ricorda ‘l’impegno preso con me stesso – dice – di non partecipare a nessuna polemica’. Si arrabbia un po’ solo se qualcuno torna a dire che i fondi per la ricostruzione di abitazione e imprese non ci sono: ‘Non e’ vero. Ci sono. E non dite il contrario senno’ chi ha un danno di soli 10.000 euro si spaventa e, vista la burocrazia, non fa domanda. Invece ha diritto. Deve farla’.
Torna a elencare anche quanto e’ stato fatto: assistenza alle persone nell’emergenza, la chiusura dei campi tenda in autunno, la riapertura delle scuole, la pubblicazione on line delle donazioni. Come le ‘white list’ per le imprese edili controllate dalle Prefetture per evitare infiltrazioni mafiose. Quest’ultima e’ cosa davvero inedita. Come e’ inedito che ‘tutte le ordinanze e tutta la rendicontazione delle spese sono in rete, a disposizione del ministero dell’Economia e di tutti’. Com’e’ inedito il rapporto con l’Unione europea: ‘Tutte le norme e tutte le scelte di spesa e di intervento vengono notificate in sede Ue. Dopo l’infrazione aperta per le ultime 5 emergenze italiane, se non vogliamo che dopo 2 o 3 anni la Ue chieda indietro i soldi ai cittadini, bisogna fare questo percorso’. E ‘vorrei che alla fine di questa esperienza si potesse dire che in Italia c’e’ stata una emergenza e che nessuno ha fatto il furbo. Vorrei dire in Europa che abbiamo fatto le persone serie’.
Nuovo anche ‘il lavoro intrapreso con gli Enti locali, il Comitato istituzionale, i sindacati, le forze sociali. Non c’e’ un’ordinanza che non sia stata verificata nel Comitato istituzionale. Tutto quello che abbiamo ottenuto, lo abbiamo fatto insieme e sara’ merito della comunita’. E’ la cosa piu’ importante’. ‘Abbiamo fatto un grande lavoro e anche un servizio al Paese’, aggiunge poi, riferendosi al ‘cantiere’ aperto anche per l’impianto normativo, tanto da far auspicare che forse si potra’ arrivare a scrivere anche una nuova legge per le emergenze.
Tutto questo sempre in prima linea, ‘tirato per la giacchetta’ vuoi dai sindaci in difficolta’, vuoi da chi a Roma fatica a capire quanto e’ accaduto (‘se qualcuno pensa che sia stato tenero col Governo precedente chieda pure informazioni’). ‘Ho imparato – scherza ma non troppo – che fare i primi della classe e’ sbagliato. E se proprio mi volete tirare per la giacca – aggiunge – credo che in poche altre regioni dopo un terremoto si sarebbe tenuto un profilo, secondo me giusto, cosi’ sobrio’. Lo dice tenendo molto ai risultati: ‘non ho mai creduto alla via comunicazionale per risolvere i problemi. Qui niente ‘spot’, siamo emiliani’. Anzi, lui e’ romagnolo.
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