Il regime di Damasco deve "porre fine" alle "inaccettabili" violenze contro la popolazione civile che, denunciano gli attivisti, oggi fanno contare 25 morti, mentre il Consiglio nazionale siriano (Cns) deve "rassicurare" le minoranze, in particolare quella cristiana, che nella nuova Siria "tutte le comunita’" saranno adeguatamente rappresentate. E’ l’appello lanciato oggi dal ministro degli Esteri Giulio Terzi, che ha ricevuto alla Farnesina una delegazione del Cns guidata dal suo presidente, Burhan Ghalioun.
A Roma, dove l’opposizione siriana ha chiesto di poter aprire un ufficio di rappresentanza – una richiesta che il governo italiano "esaminera’" – si celebra da ieri l’incontro del Segretariato generale del Cns, che ha il compito di valutare lo sviluppo della crisi nel Paese e consolidare la propria leadership, eventualmente anche eleggendo un nuovo presidente. Carica per la quale Ghalioun non esclude possa essere scelto anche un cristiano.
Dopo il via libera al coprifuoco, il 12 aprile scorso, a seguito della risoluzione votata dal Consiglio di sicurezza dell’Onu, "le violenze non sono diminuite, è stato segno di attenuazione della pressione da parte del regime ma non sufficiente", ha detto Terzi. "E’ responsabilita’ delle autorità di Damasco di porre termine alle violenze inaccettabili contro la popolazione civile", ha affermato il ministro sottolineando che il piano di Kofi Annan, per la soluzione della crisi in Siria, non è "open ended", cioè non puó durare all’infinito, ma che in questo momento resta l’unico strumento per porre fine "ad una situazione inaccettabile di violenza e sofferenza" e creare un contesto che "deve diventare pacifico" per avviare la transizione.
Anzi, la missione degli osservatori Onu, che monitorano sul rispetto del cessate il fuoco, "va rafforzata" e i caschi blu "devono potersi muovere liberamente nel Paese". Il ministro aveva gia’ ipotizzato che si potesse arrivare a 3.000 osservatori sul campo, contro i 189 sui 300 previsti schierati fino ad oggi.
Terzi ha poi ricordato al Cns che "e’ importante rassicurare i membri di tutte le comunità e quella cristiana in particolare" che nel futuro della Siria non verranno marginalizzate o discriminate. In questo quadro ha espresso "apprezzamento" per l’adesione da parte del Cns ai principi di rispetto delle libertà fondamentali, e invitato l’organismo a essere ancora piu’ inclusivo.
Un appello destinato a non cadere nel vuoto. E non solo per l’apertura alla possibilita’ di una presidenza del Cns cristiana: tra i sette rappresentanti che hanno accompagnato Ghalioun alla Farnesina c’erano un assiro, un curdo, un cristiano e un alawita, segno che il Cns sta lavorando proprio per riassumere nel proprio seno tutte le comunita’ siriane.
Il presidente del Cns, ringraziando l’Italia per il suo contributo alla soluzione della crisi – da ultimo con l’allestimento di un ospedale per i profughi in Giordania -, e’ tornato a lanciare un appello alla comunita’ internazionale, perche’ "gli aiuti non bastano per i bisogni della popolazione, serve attivare il fondo Ue per le emergenze", e il piano di Annan "‚ a rischio, il regime di Assad lo sta sabotando". Per Ghalioun il piano e’ teso "a porre fine alla dittatura, se cosí non fosse non verrebbe piú appoggiato dal popolo siriano".
‘Abbiamo chiesto all’Italia di collaborare con i governi europei per creare una cassa per finanziare la popolazione siriana’, ha poi detto Ghalioun, definendo ‘molto buoni i rapporti con il ministro degli Esteri Terzi e tutto il governo italiano’ e spiegando di aver chiesto al titolare della Farnesina di ‘adoperarsi per l’accoglienza dei profughi in fuga dalla Siria’ Nel Paese continuano intanto le violenze: gli attivisti hanno denunciato oggi 25 morti in varie parti del Paese, con alcuni villaggi presi d’assalto dalle forze governative, che hanno incendiato numerose case, e altri cannoneggiati dai carri armati.
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