Almeno sei persone sono rimaste uccise oggi in Siria nel corso di diversi assalti lanciati dalle forze del regime nella citta’ di Herak, nella provincia meridionale di Daraa. Lo riferisce l’Osservatorio per i diritti umani, secondo cui l’esercito siriano ha anche bombardato uno dei ponti usati per l’evacuazione di feriti e rifugiati ad Homs.
La notizia delle nuove vittime arriva a poche ore dalle dichiarazioni del presidente Bashar al-Assad, secondo cui ‘la Siria e’ determinata a realizzare le riforme e combattere il terrorismo sostenuto dagli stranieri’. Il rais e’ tornato ad evocare ‘complotti’ internazionali contro Damasco. ‘Il popolo siriano – ha detto – che in passato e’ riuscito con successo a sventare complotti stranieri, ha dato ancora una volta prova della sua capacita’ di difendere la nazione e costruire una nuova Siria attraverso la determinazione a realizzare le riforme insieme con la lotta contro il terrorismo’.
Intanto l’agenzia di Stato Sana ha reso noto di un arsenale scoperto nel quartiere di Baba Amr, bastione delle proteste antigovernative tornato di recente sotto il controllo dei lealisti. ‘In Baba Amr – scrive l’agenzia – le autorita’ competenti hanno scoperto una fabbrica di armi usate dai terroristi per preparare esplosivi e razzi artigianali da lanciare indiscriminatamente contro’ la popolazione.
Sono ancora in corso, invece, le trattative del Comitato internazionale della Croce Rossa per aprire varchi umanitari nel Paese. In tal senso il primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan ha invitatoDamasco ‘a consentire l’immediata apertura di corridoi umanitari’.
Sul fronte diplomatico intanto la Francia ha annunciato per oggi la chiusura della propria ambasciata in Siria per protestare contro ‘la sanguinosa repressione del regime contro i dimostranti’. Dal canto suo l’ambasciatore britannico a Damasco si e’ detto certo che il regime di Assad ‘crollera’ entro la fine dell’anno’. Intervistato dal Times, Simon Collis ha commentato: ‘Io, personalmente, non credo che il regime durera’ fino alla fine dell’anno. La Gran Bretagna ha ritirato il suo personale diplomatico in Siria la scorsa settimana temendo ‘per l’incolumita” dei delegati.
Discussione su questo articolo