Miliziani jihadisti legati ad Al Qaida hanno appiccato un incendio in una chiesa di Raqqa, nel nord della Siria, unico capoluogo di provincia controllato dai ribelli, e hanno distrutto una croce sul campanile di un’altra chiesa. Ne da’ notizia oggi l’ong Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus), denunciando gli episodi come "contrari alla liberta’ di culto" e dannosi per la "rivoluzione". Alcuni testimoni hanno detto che qaidisti dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Isis), organizzazione che controlla la maggior parte di Raqqa, hanno incendiato alcune statue e croci all’interno della chiesa greco-cattolica di Nostra Signora dell’Annunciazione.
Sul campanile della chiesa armena cattolica dei Martiri, invece, hanno distrutto la croce che vi sorgeva e l’hanno sostituita con il vessillo dello stesso Isis.
Non e’ la prima volta che luoghi di culto vengono attaccati dalle parti in conflitto. Gli stessi ribelli hanno accusato piu’ volte le truppe governative di distruggere moschee con i bombardamenti. Ma gli episodi denunciati dall’Ondus a Raqqa – dove tra l’altro alla fine di luglio e’ scomparso il padre gesuita italiano Paolo Dall’Oglio – suscitano preoccupazioni per il carattere confessionale delle violenze dei gruppi jihadisti, confermando i timori che le forze fondamentaliste, sempre piu’ forti tra le file dell’opposizione, possano instaurare un regime islamico se dovesse cadere il presidente Bashar al Assad. Ieri 13 gruppi islamici dei ribelli hanno dichiarato in un comunicato congiunto di disconoscere l’autorita’ della Coalizione delle opposizioni e hanno affermato di combattere per instaurare in Siria uno Stato basato sulla Sharia, la legge islamica. Episodi di violenza e uccisioni di alcuni civili sono stati denunciati nelle scorse settimane anche nell’antico villaggio cristiano di Maalula, una sessantina di chilometri a nord-est di Damasco, conquistato per alcuni giorni da gruppi ribelli, tra cui quelli jihadisti.
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