Papa Francesco continua a scandire via Twitter il suo appello di pace in avvicinamento alla giornata di digiuno e preghiera, sabato, contro la guerra in Siria. "Vogliamo che in questa nostra societa’, dilaniata da divisioni e da conflitti, scoppi la pace", mentre "con particolare fermezza condanno l’uso delle armi chimiche", ha postato oggi sul suo account @Pontifex ai milioni di followers in tutto il mondo. Intanto il Vaticano rimarca ancora il suo "no" all’intervento armato in Siria. "Fermarsi prima che sia troppo tardi", e’ stato il richiamo alle potenze mondiali, oggi per voce del cardinale Leonardo Sandri, prefetto per le Chiese Orientali. In caso di attacco a Damasco, infatti, "e’ prevedibile la malaugurata conseguenza di un coinvolgimento di altri Paesi – ha detto all’Osservatore Romano – con irreparabili sviluppi". L’evento di sabato prossimo, con la veglia di preghiera in Piazza San Pietro dalle 19 alle 23, raccoglie una mobilitazione crescente di ora in ora. Le adesioni si susseguono, da parte di tutti i movimenti cattolici, dalle altre Chiese cristiane, anche da altre religioni – come dal fronte islamico – e inoltre da politici e personalita’ della cultura. L’appuntamento, anche per le due diramazioni locali, sta effettivamente diventando un evento di portata mondiale.
La Segreteria di Stato vaticana, ha fatto sapere il direttore della sala stampa padre Federico Lombardi, ha invitato gli ambasciatori accreditati presso la Santa sede a un briefing che si svolgera’ giovedi’ mattina per informare il corpo diplomatico sui significati dell’iniziativa. Sempre la Segreteria di Stato "ha contattato tutte le Conferenze episcopali del mondo per dare informazioni sull’iniziativa di papa Francesco e assicurarsi che siano state recepite le sue indicazioni", ha spiegato Lombardi. Analogo impegno e’ stato adottato dai diversi dicasteri vaticani prendendo contatto con i referenti delle altre Chiese e delle altre confessioni religiose. Sono mobilitate, inoltre, tutte le diocesi e le Chiese locali. Il dicastero per la vita consacrata ha invitato a unirsi al digiuno e alla preghiera anche i frati e le suore di tutto il mondo, promuovendo anche momenti specifici nelle rispettive comunita’.
Intanto si va definendo il programma della serata di sabato in Piazza San Pietro, in via di definizione da parte del cerimoniere pontificio, mons. Guido Marini, con una caratterizzazione eminentemente di preghiera. Piazza San Pietro sara’ aperta a tutti, senza necessita’ di biglietto. Dalle 16.30 si potra’ accedere alla piazza, dove per le confessioni saranno disposti alcuni confessionali sotto il colonnato e il Braccio di Costantino. Alle 19 l’arrivo del Papa sul sagrato. Quindi l’intronizzazione dell’immagine mariana della "Salus populi romani", cui Francesco e’ devotissimo, e la recita del rosario, seguita dalla meditazione del Pontefice con un nuovo, forte appello alla pace, dalla recita dell’Ufficio delle letture e dalla benedizione eucaristica. La conclusione intorno alle 23. La grande mobilitazione indetta da papa Francesco punta a scongiurare l’attacco armato a Damasco, in base alla considerazione che rispondere alla violenza con la violenza in Siria innescherebbe una drammatica spirale con conseguenze "irreparabili". Forte l’allarme in Vaticano per un possibile conflitto generalizzato. "A quelli che possono decidere le sorti dell’umanita’ il Papa ha chiesto di agire attraverso il negoziato e la diplomazia e non con le armi", ha commentato all’Osservatore Romano il card. Sandri. "Le devastazioni vanno avanti senza sosta da piu’ di due anni in Siria – ha aggiunto – e sembra che non si voglia comprendere cio’ che e’ drammaticamente evidente, cioe’ che di questo passo si puo’ solo precipitare in un baratro. Anche su questo giungera’ il giudizio di Dio e della storia". Secondo Sandri, "la logica della violenza e della ritorsione non e’ mai una strada da percorrere, perche’ induce ad una catena di accuse e di vendette, che non tengono conto del sangue versato e aumentano il rancore e l’odio. Cosi’ facendo la Siria si trasformera’ sempre piu’ in un inferno sulla terra". E "laddove sono stati compiuti dei crimini, vanno sostenute le istituzioni e i tribunali internazionali". Il Papa, intanto, oltre che su Twitter, lancia i suoi moniti anche nelle quotidiane messe a Santa Marta. "Gesu’ non ha bisogno di eserciti per vincere il male – ha detto oggi -, la sua forza e’ l’umilta’".
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