Un ‘importante passo iniziale’ verso la fine della guerra civile in Siria, che ha gia’ causato la morte di oltre novemila persone. Cosi’ Kofi Annan, l’ inviato speciale dell’ Onu e della Lega Araba per la Siria, ha definito l’accettazione del suo piano di pace in sei punti, annunciata oggi dal governo di Damasco. In un comunicato Annan, che e’ in visita in Cina dopo essersi recato in Russia, ha aggiunto che ‘ora la chiave sta nell’ applicazione del piano’, che ‘potrebbe portare alla fine delle violenze e degli spargimenti di sangue e permettere di portare aiuto alle vittime e creare un’ ambiente favorevole ad un dialogo politico che rispecchi le aspirazioni del popolo siriano’.
Il piano di Annan, approvato dal Consiglio di sicurezza dell’ Onu, prevede tra l’altro il ritiro delle truppe siriane e delle armi pesanti dai centri abitati e una tregua di due ore al giorno in tutti i luoghi dove sono in corso combattimenti per permettere l’arrivo di aiuti umanitari. Inoltre Annan chiede al governo siriano di rilasciare tutte le persone arrestate. Il piano non menziona le dimissioni del presidente Bashar Al-Assad e non fissa limiti temporali per l’ applicazione delle misure richieste.
A Pechino, dopo aver incontrato il premier Wen Jiabao, Annan ha rilasciato una breve dichiarazione, confermando che il piano e’ stato accettato da Damasco e definendo ‘molto positivi’ i colloqui. Secondo fonti della sua delegazione, l’ inviato dell’ Onu ha detto a Wen di ‘avere bisogno’ dell’ appoggio della Cina. Il premier cinese ha risposto lodando la mediazione di Annan affermando che ‘i suoi sforzi possono portare a dei progressi’. Pechino ha cercato in questi mesi di mantenere una posizione equidistante, mantenendo contatti sia con il governo di Damasco che con le forze dell’ opposizione e sottolineando a piu’ riprese la propria contrarieta’ ad ‘interventi esterni’ nella crisi. Il piano di Annan era stato in precedenza approvato dalla Russia che, insieme alla Cina, ha bloccato una risoluzione dell’ Onu proposta dagli Usa che chiedeva le dimissioni di Assad.
Intanto in Siria le violenza sono proseguite e, secondo l’inviato delle Nazioni Unite in Medio Oriente, Robert Serry, le vittime civili sono ormai piu’ di 9.000.
Residenti di Al-Qaa, in Libano, hanno denunciato oggi uno sconfinamento delle truppe siriane, che sono penetrate in Libano per alcune centinaia di metri con mezzi corazzati, bombardando le posizioni dei ribelli e distruggendo almeno un’ edificio. La rappresentate dell’ Onu per i bambini e i conflitti armati, Radhika Coomaraswamy, ha affermato che le Nazioni Unite hanno ‘ricevuto informazioni’ sull’ utilizzo di bambini-soldati da parte dei ribelli dell’ Esercito siriano libero. L’ Onu, ha aggiunto, ‘non e’ stata in grado’ di confermare le informazioni.
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