Le autorità locali delle isole greche del Mar Egeo nord-orientale si stanno preparando ad una temuta ondata di profughi provenienti dalla Siria devastata da oltre un anno e mezzo di guerra civile. Lo riferiscono i giornali di Atene, secondo cui il successo delle misure di recente adottate dalle autorita’ elleniche per ridurre il transito di migranti illegali attraverso il confine greco-turco – lungo il fiume Evros – ha provocato un vero e proprio assalto dei trafficanti di esseri umani verso la piu’ porosa frontiera marittima delle isole greche. Secondo le autorita’ dell’Egeo nord-orientale si è già registrato un picco significativo nel numero di rifugiati e migranti privi di documenti che sono sbarcati sulle isole greche provenienti dalle vicinissime coste della Turchia. La loro preoccupazione è che questa ondata crescerà con l’aggravarsi della guerra civile in Siria mentre le strutture di accoglienza presenti sulle isole non sono adeguate per far fronte ad un grande afflusso di profughi. "Abbiamo paura di rivivere la drammatica situazione di centinaia di migranti disgraziati che arrivano qui su barconi malandati come e’ gia’ avvenuto in passato", ha detto il sindaco dell’isola di Lesbo, Dimitris Vounatsos. "Il centro d’accoglienza è stato chiuso e il comune non ha soldi per fare nulla", ha aggiunto.
All’inizio di agosto il governo di Atene ha avviato una vasta operazione di polizia denominata "Xenios Zeus" (Giove straniero) per reprimere l’immigrazione clandestina effettuando frequenti e continui controlli dei documenti d’identità dei cittadini stranieri residenti nel Paese e rafforzando la protezione della frontiera settentrionale della Grecia con la Turchia. Lungo il fiume Evros i piu’ stringenti controlli si sono rivelati efficaci e, se fino a poche settimane fa da li’ passavano ogni giorno decine di clandestini, oggi gli illegali che riescono ad attraversare il confine si contano sulle dita di una mano. E’ per questo motivo, secondo le autorita’ isolane, che i trafficanti di esseri umani sono tornati a preferire percorsi alternativi trasportando la loro "merce" diretta in Europa attraverso le isole greche.
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