Il futuro della Siria non può prevedere ancora Bashar al-Assad a capo del governo. Lo ha detto in maniera molto chiara il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, annunciando anche che il prossimo 13 dicembre si terrà in Italia un vertice sulla Libia. Per quanto riguarda Assad, dice il capo della Farnesina al Senato, "nel corso del processo di transizione dovrà lasciare il Paese e credo che su questo punto si potrà costruire una convergenza, immaginare una sua permanenza sine die significherebbe assolverlo dalle sue responsabilità". E per questa convergenza ci sarà bisogno anche della Russia, sia per gestire i rapporti con Assad che per combattere lo Stato islamico.
"Non coinvolgere la Russia contro Daesh è da irresponsabili, e per questo motivo stiamo lavorando perché ci sia un contatto diretto tra Turchia e Russia e una fine della escalation tra i due paesi". A ogni modo "tra due mesi a Roma si svolgerà il vertice del coordinamento della coalizione anti Daesh, lo small group, costituito a livello di ministri degli esteri e della difesa. Sarà l’occasione per mettere a punto i diversi aspetti della strategia" spiega il ministro, ribadendo che "serve una risposta strategica, diplomatica, sul terreno culturale, senza coltivare l’idea di facili scorciatoie o guerre lampo che nel passato non hanno dato i frutti sperati".
Quello che si terrà invece, sempre a Roma, il 13 dicembre, sarà un vertice che si concentrerà essenzialmente sulla Libia: "Non vogliamo sostituirci alle parti libiche, sono loro che devono fare l’intesa – spiega – Vogliamo rimuovere gli ostacoli esterni e definire una road map che porti con meccanismi e date certe verso l’intesa. E’ urgente ed è fattibile, ed è lo scopo del vertice". Ad ogni modo, tiene a far sapere Gentiloni, nella guerra all’Isis, "la rappresentazione di un’Italia riluttante o addirittura assente fa a pugni con la realtà e svaluta il lavoro di centinaia e centinaia di nostri concittadini in divisa che lavorano nella coalizione anti-Daesh, con l’apprezzamento degli alleati. In particolare in Iraq il ruolo dell’Italia è cruciale, discuteremo con gli alleati di ulteriori impegni nel paese".
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