In Siria la situazione si fa sempre più difficile. Quello di oggi è stato un altro venerdì di sangue: a seguito di nuovi scontri tra manifestanti e forze dell’ordine si contano almeno 27 morti, tutti civili, uccisi dalle forze di sicurezza per reprimere l’ennesima manifestazione di protesta contro il presidente Bashar al-Assad. Fra i morti ammazzati, anche un bambino. Il numero più alto di vittime si registra nelle zone centrali di Hama e Homs.
Vittime anche fra le forze dell’ordine. Secondo quanto si apprede sette militari e agenti di polizia siriani sono stati uccisi durante gli scontri. Altri 32 risultano feriti.
Aumentano intanto i disertori – sarebbero qualche migliaia – fra le forze di sicurezza, stanchi di dover combattere contro la propria gente. A loro il movimento di opposizione siriano ha rivolto un appello, affinchè contribuiscano ad aumentare la sicurezza delle manifestazioni contro l’intervento repressivo delle truppe di Damasco.
Dallo scorso marzo risultano uccise nella violenta repressione delle proteste antigovernative esplose in Siria oltre 2.700 persone. Questo secondo un bilancio Onu.
La comunità internazionale non resta a guardare con le mani in mano. La commissione d’inchiesta istituita dal Consiglio Onu sui diritti umani per indagare sui ‘fatti e le circostanze’ delle violazioni del diritto internazionale in Siria vuole potersi recare nel Paese ed avere accesso a persone e luoghi. Paulo Pinheiro, presidente della Commissione, spiega: "E’ nell’interesse stesso delle autorita’ siriane collaborare con noi’, si tratta di ‘un’opportunita’ di avere nel nostro rapporto il loro punto di vista sugli eventi. In ogni caso, con o senza la collaborazione della Siria stabiliremo un rapporto’, ha aggiunto.
SVIZZERA INASPRISCE ANCORA SANZIONI Oggi a Berna il governo svizzero ha annunciato ulteriori sanzioni nei confronti della Siria. "Considerato il perdurare della repressione della popolazione da parte delle forze armate e di sicurezza siriane, la Svizzera ha deciso, di concerto con l’Ue, di inasprire le sanzioni e di vietare la concessione di prestiti o crediti a persone o organizzazioni siriane che partecipano all’attivita’ di prospezione, estrazione e raffinazione di petrolio".
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