Con oltre due milioni di persone colpite dalla Guerra dentro e nelle vicinanze di Aleppo, dove grandi porzioni di territorio sono attualmente non serviti da acqua corrente ed elettricità, le Nazioni Unite tornano a chiedere con urgenza una tregua umanitaria nelle ostilità che consenta l’accesso immediato alla zona per riparare le condutture di acqua ed energia e garantire l’assistenza alla popolazione in difficoltà.
Secondo i dati dell’Ufficio per il coordinamento delle politiche umanitarie dell’Onu, sono fino a 275mila le persone praticamente intrappolate nella zona est di Aleppo, in Siria, dall’inizio di luglio a seguito della chiusura della Castello Road, l’ultimo punto di accesso alla zona che era rimasto. E dal 6 agosto anche Khanasser Road, la strada di accesso principale per Aleppo Ovest, è interrotta, portando a il numero complessivo di civili bloccati in città a circa 2 milioni.
Con gravissime conseguenze: "Cliniche e ospedali della città continuano a essere target dei bombardamenti aerei – si legge in una nota di Yacoub El Hillo e Kevin Kennedy, coordinatori umanitari dell’Onu per la Siria – siamo molto preoccupati per le conseguenze che potrebbe avere per la gente il continuare a rimanere a lungo senza luce e senza acqua. Chiediamo almeno un cessate il fuoco di 48 ore per raggiungere i cittadini in difficoltà e rifornirli di scorte medicine e cibo, che stanno rapidamente terminando". I civili, secondo il piano delle Nazioni Unite, dovrebbero essere raggiunti tramite i confini con la Turchia, e dovranno essere assistiti "senza discriminazioni": tutte le parti dovranno garantire la sicurezza e la dignità dei civili e delle infrastrutture civili in accordo con il diritto umanitario internazionale".
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