I danni provocati dai "gruppi terroristici armati" al ministero del Petrolio siriano e alle sue infrastrutture "hanno causato il blocco della produzione di circa 180mila barili al giorno". E’ quanto sostiene il ministero di Damasco che, in una nota trasmessa dall’ambasciata a Roma, traccia un bilancio di 13 mesi di scontri nel paese. Tra "il personale del ministero, 23 persone hanno perso la vita – si legge nella nota – I feriti sono 30, di cui uno e’ rimasto semi-paralizzato. I gruppi terroristici armati hanno rapito 10 impiegati, rilasciandone solo cinque, dopo aver loro inflitto danni fisici".
Sono state rubate 86 automobili di proprieta’ del ministero, mentre ne sono state danneggiate 53. Sono stati fatti esplodere 17 oleodotti di petrolio e gasolio, 13 oleodotti sono stati perforati e sabotati. Inoltre – si legge ancora – si sono registrati 36 furti di attrezzature del ministero e incursioni agli impianti. Questi atti vandalici hanno causato il blocco della produzione di circa 180mila barili al giorno".
"Si consideri poi – aggiunge il ministero – che la maggioranza di queste azioni criminali e’ stata compiuta in inverno, allo scopo di privare i cittadini del carburante necessario per il riscaldamento, l’elettricità e il trasporto". "La violazione dei diritti dei cittadini, il furto e la distruzione di macchinari il cui costo e’ ricaduto sulle spalle dei siriani – si legge infine nella nota – sono in assoluto azioni criminali che non e’ possibile ricondurre alla difesa della liberta’ o dei diritti dell’uomo".
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