La politica deve essere conquista, deve essere senza rete. Bisogna sudare e combattere, essere pronti a rimettersi in gioco. Come diceva Clint Eastwood: “Se vuoi una garanzia, allora comprati un tostapane”. (Matteo Renzi)
“La destra ha zero titoli per attaccare Matteo Renzi sui migranti. E’ la stessa che ha firmato gli accordi di Dublino nel 2003 e tagliato i fondi sulla cooperazione internazionale” (Andrea Marcucci, Pd)
“Il presidente del PD è inesistente. Finché la sinistra sarà clericale sarà solo una brutta copia della destra”. (Aldo Busi)
“Il Pd che parla di consenso, novità e fantasia, è come sentire gli AC/DC che dicono: “Ragazzi, vai con la mazurca, tutti in pista!”. (Maurizio Crozza)
UN PO’ DI OTTIMISMO
Le prossime elezioni politiche porteranno finalmente un po’ di luce sulla nostra scena politica. Dopo i risultati siciliani, rinuncio per una volta al mio abituale pessimismo (perdonatemi: è una cuccia confortevole, mi difendo così dalle disillusioni) e mi esprimo con moderato ottimismo. Perché il voto siculo ci ha consegnato utili chiarimenti.
CROLLA IL PD DI MATTEO
Il primo dato inoppugnabile è il definitivo (forse) crollo di Matteo Renzi, il “suo” Pd è a minimi storici: se l’ex premier non molla, l’appuntamento con la prossima disfatta é già segnato, preciso e puntuale, sull’agenda; se invece ci sarà – finalmente – un ribaltone, la ricostruzione sarà lenta e faticosa. Oltre ai suoi micidiali errori, il vento soffia a destra un po’ dovunque, e questo è un altro dato di evidente rilevanza.
Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni – oggettivamente divisi – con il cosiddetto patto dell’arancino si sono uniti e hanno avuto la conferma che, quando è compatto, il centrodestra si impone.
IL SUCCESSO DEL FEDERATORE
È l’ennesimo successo del Cavaliere nella veste di scaltro e paziente federatore. Si allontana la prospettiva di un accordo fuori natura tra centrodestra e centrosinistra, mascherato come “larghe intese”. E quanto all’ottimismo, anche questa constatazione è incoraggiante.
IL DILEMMA DEI CINQUESTELLE
Infine, il terzo dato cruciale è il successo in solitudine dei Cinquestelle: hanno vinto nettamente, ma non in misura tale da governare la Sicilia. Ho già scritto più volte che i grillini sbagliano nell’insistere a dire che non si alleeranno mai con nessuno: perché, così, rinunciano ai voti di coloro che li vorrebbero al governo. Ma è importante intravedere che si sta tornando al bipolarismo: centro destra e Grillo sono oggi le forze antagoniste. Se così sarà, si tratterà di scegliere: con chiarezza. C’è infine un aspetto preoccupante, il crescente astensionismo: ne parlerò domani.
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