Titoli dei giornali: “Basta con i sindaci spendaccioni! – Chi sfonderà i limiti di bilancio non potrà essere più candidato”. Parole sante per i titoli di un giorno, ma qual è la realtà? I comuni d’Italia dovrebbero essere 8.103 e togliamone pure qualcuno commissariato o in via di fusione e prendiamo atto che su oltre 8.000 amministrazioni comunali ci sono ad oggi 35 (trentacinque!) comuni in dissesto finanziario.
Per la cronaca 26 dei 35 sono oggi in sole tre regioni: Lazio, Campania e Calabria. D’altra parte in 13 anni – dopo la legge del 1989 – i comuni dichiarati dissestati in tutta Italia sono stati meno di 400 di cui 121 in Campania e 131 in Calabria (solo 36 nell’Italia settentrionale). In buona sostanza oltre 8.000 comuni sono in dissesto e pur con mille sacrifici cercano di fare quadrare i bilanci. Dove sono allora gli “spendaccioni”? Fa male leggere, nello stesso giorno, che alla Regione Sicilia viene concesso un miliardo (un miliardo!) di euro in più dal governo per pagare gli stipendi (le elezioni regionali incombono), un importo che è più alto della somma dei totali dei bilanci di centinaia e forse migliaia di piccoli comuni messi insieme, dove il sindaco di solito lavora gratis e con lui i suoi assessori e consiglieri.
Ma possibile che queste cose la pubblica opinione non le sappia e neppure sia interessata a saperle? E’ in atto una profonda disinformazione sulla situazione della amministrazione pubblica italiana dove esplodono i “casi Fiorito” che giustamente diventano emblema del malaffare, ma che nascondono realtà ben diverse e per fortuna ben più positive, ma tutti e tutto vengono infangati senza logica né rispetto per chi fa il proprio dovere.
Si moltiplicano gli appelli, da Napolitano in giù, ma ben raramente si dà la parola a decine di migliaia di amministratori pubblici che alla propria città o al proprio paese dedicano la vita. Se l’Italia li conoscesse meglio capirebbe che non tutto della politica o della pubblica amministrazione è da buttare e forse avrebbe anche un po’ più di fiducia in se stessa.
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