Scioperare è un diritto sacrosanto riconosciuto e legittimo. Nessuno deve negarlo, tale diritto fa parte di una democrazia sana e matura. Però, come scrisse anche lo stesso fondatore della CGIL Giuseppe Di Vittorio, non si deve abusare di tale diritto.
Due dei tre sindacati maggiori, per l’appunto la CGIL e la UIL, hanno organizzato uno sciopero dei trasporti per il 17 novembre.
La CISL, altra sigla sindacale importante, si è dissociata, come si sono dissociati gli altri sindacati.
A livello politico, il Partito Democratico e la sinistra si sono accodati alla CGIL. Non si vede nessun’altra motivazione se non una motivazione ideologica. L’adesione dei partiti di sinistra lo dimostra.
Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini è stato costretto a precettare lo sciopero per evitare un blocco totale. Così, lo sciopero sarà di quattro ore.
E’ una storia vecchia: quando governa la destra, la sinistra fa chiasso nelle piazze. I sindacati protestano e il Partito Democratico e gli altri partiti della sinistra si accodano.
Oltretutto, il 17 novembre sarà un venerdì. Forse, coloro che hanno preso questa iniziativa volevano anticipare l’inizio del fine settimana? Domanda retorica.
La triste realtà è il fatto che abbiamo dei sindacati ed un’opposizione che agiscono in maniera preconcetta, senza argomenti validi. Questo è veramente triste.
I sindacati hanno il compito sociale di tutelare il lavoro e i lavoratori. Quando era in vigore il Green Pass, tante persone non hanno potuto lavorare e portare a casa lo stipendio perché sprovviste di quest’ultimo, in quanto non vaccinate contro il Covid. Il diritto di lavorare a casa di molte persone è stato negato, per un obbligo surrettizio della somministrazione di un farmaco riguardo al quale c’erano (e ci sono tuttora) molte perplessità. Dov’erano i sindacati quando ciò accadeva?