La pizza è uno degli alimenti più iconici della nostra gastronomia. Qualche giorno fa, c’è stata la Giornata Mondiale della Pizza. Dire “pizza” e “Italia” è la stessa cosa. Esistono pizze di varie forme e di vari gusti. Basta pensare alla pizza napoletana contemporanea col cornicione alto o a quella detta “a ruota di carro”. La mia preferita è quella con le acciughe.
Dietro alla pizza vi è una storia importante. C’è chi attribuisce le sue origini ai Greci e chi ai Romani. Si ritiene che la pizza più antica sia la Mastunicola, una sorta di focaccia napoletana condita con strutto, foglie di basilico, formaggio e pepe. Si tratta di una pizza nata prima dell’arrivo del pomodoro. Molto probabilmente, c’erano altre pizze simili ma l’unica rimasta a noi è la Mastunicola.
Il primo documento che parla del pomodoro qui in Italia risale al 31 ottobre 1548, quando il duca di Toscana Cosimo de’ Medici ricevette nella sua tenuta a Pisa. Infatti, la moglie del duca (il quale nel 1569 divenne granduca) era Eleonora di Toledo, figlia del viceré di Napoli. Quest’ultimo regalò alla figlia e al genero un cesto di pomodori.
La pizza è sinonimo di convivialità. Andare in pizzeria con i propri parenti o i propri amici è qualcosa di bello e appagante. Tuttavia, si deve stare attenti alla qualità. Infatti, capita che alcuni di coloro che hanno mangiato la pizza soffrano di insonnia ed abbiano dei disturbi intestinali. Questo è dovuto agli ingredienti con cui può essere fatta la pizza.
Una tipologia di farina usata per la pasta della pizza è la famosa Manitoba, una farina molto forte e ricca di glutine. Una farina di questo tipo garantisce un impasto strutturato ed è ottima per i lievitati, ma nel contempo può risultare indigesta ad alcuni soggetti.
Anche la lievitazione dell’impasto è importante. Serve una lievitazione lunga, per non fare risultare la pizza indigesta.
Vi è anche un discorso inerente alla mozzarella. Ci sono delle paste filate industriali che vengono chiamate “mozzarelle” che sono fatte con cagliate importate dall’estero, le quali sono fatte anche con latte in polvere. Formaggi di questo tipo possono creare problemi per via della furosina, una sostanza che può fare male all’intestino.
Ricordo che il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali stabilisce che il limite massimo consentito di furosina è di 10 mg su 100 grammi di prodotto proteico, in base al regolamento 2527/98 CE.
Dunque, è sempre bene stare attenti alla qualità della pizza, che resta uno dei piatti principali della nostra gastronomia.
Una buona pizza, con un impasto ben lievitato e condita con ingredienti di qualità (come una buona provola di Agerola) è qualcosa di sublime.
Abbiamo tante ottime pizzerie in Italia – ma anche all’estero, a patto che siano italiane davvero – e tali realtà debbono essere valorizzate.